L’australiano Mathias Cormann, ex ministro delle Finanze di Canberra, è stato eletto nuovo segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Cormann, eletto dagli ambasciatori dei 37 Paesi membri dell’Ocse, succederà al messicano Angel Gurria, che ha diretto l’Ocse al primo giugno 2006.
La notizia, anticipata nelle scorse ore da diverse agenzie che citavano fonti vicine all’organismo internazionale, è riportata anche dal Guardian, che ricorda le gravi preoccupazioni espresse dai gruppi ambientalisti a proposito della candidatura di Cormann per i suoi precedenti sul cambiamento climatico.
Cormann, 51 anni, è esponente del partito liberale di centrodestra australiano ed è il ministro delle Finanze più longevo del Paese.
Lo scrutinio è segreto e i risultati del voto non sono resi noti, tuttavia è emerso che l’australiano è stato eletto con una “stretta maggioranza durante la riunione dei capodelegazione”, sconfiggendo la svedese Cecilia Malmström, ex commissaria europea al commercio, sostenuta dall’Ue. Si erano invece già ritirati dalla corsa Anna Diamantopoulou, politica greca e già commissaria Ue per l’occupazione e gli affari sociali, e Philipp Hildebrand, l’ex presidente della Banca nazionale svizzera (Bns).
L’Ocse, organismo internazionale con sede a Parigi, promuove, a livello globale, politiche che puntano a migliorare il benessere economico e sociale dei cittadini. Dai 20 Paesi fondatori, tra cui l’Italia, l’Ocse conta, ad oggi, 37 Paesi membri.
Le critiche da parte dei gruppi ambientalisti
La candidatura di Cormann alla guida dell’Ocse è stata criticata dalle associazioni ambientaliste per alcune posizioni espresse in passato dall’ex ministro delle Finanze australiano sul tema della lotta al cambiamento climatico. Per questa ragione, la scorsa settimana 29 esperti e gruppi di attivisti avevano inviato una lettera all’Ocse in cui si dichiaravano di “gravemente preoccupati” per la possibile elezione di Cormann.
Nella lettera, gli attivisti sostenevano che il suo ruolo di ministro delle Finanze australiano tra il 2013 e il 2020 renderebbe “altamente improbabile” che potesse svolgere un ruolo efficace nel sostenere un’azione ambiziosa sulla riduzione delle emissioni. Il governo di cui Cormann aveva fatto parte, ha abolito lo schema di determinazione del prezzo del carbone del paese, non si è impegnato a raggiungere un obiettivo di emissioni nette pari a zero e ha mantenuto i sussidi ai combustibili fossili.
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