Ocasio-Cortez all’attacco dell’ad di Facebook Zuckerberg
Non è stata un’audizione semplice quella del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg davanti alla commissione della Camera americana il 23 ottobre. Alexandria Ocasio-Cortez, la star trentenne dei dem lo ha incalzato sullo scandalo Cambridge Analytica, il caso dei dati degli utenti Facebook rubati e usati anche a fini elettorali e sull’intenzione di realizzare fact-checking sulle dichiarazioni dei politici sui social.
Era arrivato al congresso per parlare di Libra, la nuova moneta elettronica di Facebook, ma Mark Zuckerberg è stato attaccato dalla sfilza di domande di Ocasio-Cortez. La deputata democratica ha incalzato il numero uno di Facebook su quello che ha definito “il più grande scandalo sui dati che ha avuto un impatto catastrofico nelle elezioni del 2016”, mettendolo in difficoltà.
“Posso diffondere su Facebook uno spot pieno di bugie sui miei avversari politici senza che voi interveniate con una verifica sulla veridicità dei contenuti? Posso dire per esempio che un deputato repubblicano è a favore del Green New Deal, il piano di interventi e riforme che mira a ridurre il cambiamento climatico?”, ha chiesto la giovane dem.
La Ocasio Cortez è preoccupata che la mancanza di un controllo sulla veridicità dei contenuti degli spot elettorali sia un problema molto serio per tutti noi e metta a rischio il nostro futuro di paesi democratici.
Dallo scambio di battute tra i due emerge tragicamente che sì, i politici possono far girare in rete spot elettorali falsi a pagamento senza che Fb intervenga per bloccarli.
Sta già accadendo del resto negli Stati Uniti dove è in pieno svolgimento la campagna per la corsa alla Casa Bianca ed ha suscitato reazioni indignate un messaggio elettorale di Trump contenente false affermazioni contro l’ex vicepresidente Biden, ora candidato alla presidenza Elizabeth Warren ha accusato Facebook di essere una macchina di disinformazione for profit.
L’inventore di Fb è apparso in evidente imbarazzo e in alcuni momenti si è avuta l’impressione che non capisse cosa la deputata gli stesse chiedendo, era stupito, ha balbettato mentre la giovane leader della sinistra più progressista americana implacabile andava dritta al suo obiettivo: quello di dimostrare come Facebook sia una trappola per tutti noi e che Zuckerberg non stia facendo quello che dovrebbe per mettere al bando chi diffonde notizie false.