Il presidente Barack Obama e Angela Merkel, fianco a fianco, davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino.
I due leader hanno parlato di esigenze delle politiche moderne, di come risollevare la crisi o della situazione della guerra in Siria, ma è il dibattito che si è creato sulla questione del PRISM che ha affascinato tutti, presenti e posteri.
“Possiamo affermare certamente che almeno cinquanta minacce sono state evitate a causa di queste informazioni – ha detto il presidente Obama – in alcuni casi le minacce avevano come obiettivo la Germania”.
Anche Angela Merkel ha evidenziato i vantaggi della sorveglianza e della condivisione delle informazioni con gli americani. Nel 2007, quattro militanti islamici sono stati arrestati in Germania grazie ad una “soffiata” dalla CIA. Nel 2009, i quattro hanno confessato di aver tracciato attacchi terroristici contro obiettivi americani in Germania e nel 2010 sono stati condannati a 12 anni di carcere.
“Così, abbiamo salvato molte vite”, ha detto Obama. Anche se alcune preoccupazioni sono state espresse in passato dalla Cancelliera, molto sensibile alla questione della privacy tedesca.
Ma Obama spiega che gli Stati Uniti monitorano solo metadati su numeri telefonici connessi ad attività terroristiche sospette. Non viene spiato il contenuto delle telefonate o delle email, per quello c’è bisogno di un ordine del tribunale.
“Uno dei programmi che abbiamo utilizzato ci permette di prendere un numero di telefono e di incrociare dei dati. Noi non controlliamo il contenuto, ma otteniamo quei numeri che non riusciamo ad avere in altri modi”, ha detto il presidente Obama.
Per il presidente Usa, le operazioni dell’intelligence statunitense come PRISM e gli altri programmi emersi grazie alle informazioni del contractor della National Security Agency, hanno permesso di trovare un “equilibrio appropriato” tra le esigenze di sicurezza e i diritti civili.
Tra gli altri temi delicati trattati dai due leader a Berlino, c’è anche quello delle bombe nucleari: gli Stati Uniti cercheranno di negoziare con la Russia per la riduzione di un terzo delle armi nucleari. La proposta è quella di ridurre il livello minimo già concordato nel 2010 con il trattato Start, secondo cui, Usa e Russia posso disporre di 1.500 bombe atomiche a testa. “Finché ci sarà la minaccia delle armi nucleari – ha detto Obama – non saremo mai al sicuro”.
Ma la Russia non sembra molto propensa ad accogliere la proposta degli Stati Uniti: “Il processo di riduzione dovrebbe riguardare altri Paesi oltre alla Russia e agli Stati Uniti”, ha detto Yuri Ushakov, consigliere della politica estera russa. “La Russia non può prendere in considerazione la proposta statunitense mentre gli stessi Stati Uniti stanno sviluppando le loro capacità di intercettazione degli armamenti russi”, ha detto Dmitry Rogozin, vicepremier russo.
“Gli Stati Uniti potranno usare armi nucleari soltanto in situazioni estreme”, ha detto il presidente americano, determinato a non imbattersi in una seconda guerra fredda con la Russia che potrebbe scoppiare in Siria: è anche per questo che si parla di soluzioni strategiche come la chiusura della prigione di Guantanamo. Secondo il presidente Obama, infatti, la chiusura di Guantanamo sarebbe un ottimo modo per lanciare un segno di cambiamento e di abbandono di “una mentalità di guerra continua”.
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