Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha promesso azioni contro la Russia, se dovesse essere confermata l’ingerenza nelle elezioni presidenziali dell’8 novembre 2016. “Dobbiamo agire e lo faremo”, ha detto Obama.
La Russia è accusata dagli Stati Uniti di aver hackerato gli account di posta elettronica del partito democratico e di un collaboratore di Hillary Clinton, ma il Cremlino nega con forza.
Il presidente eletto Donald Trump ha respinto l’affermazione come “ridicola” e motivata politicamente.
Le agenzie di intelligence dicono di avere prove schiaccianti che dietro lo spionaggio informatico ci siano hacker russi legati al Cremlino.
È di ieri, 15 dicembre 2016, la notizia secondo la quale per la Cia il presidente Vladimir Putin è personalmente coinvolto negli attacchi informatici, accusato di aver dato le istruzioni chiave dell’operazione, come vendetta nei confronti di Hillary Clinton.
“Penso che non ci sia alcun dubbio che quando un governo straniero cerca di influire sulla integrità delle nostre elezioni dobbiamo agire, e lo faremo. Putin è ben consapevole dei miei sentimenti sulla questione, ho parlato con lui direttamente”, ha riferito Obama.
Secondo la Cia l’hackeraggio era diretto a influenzare l’elezione di Donald Trump, ma nessuna prova è stata resa pubblica.
Donald Trump dal canto suo ha accusato i democratici di aver messo in scena un coinvolgimento russo per nascondere il loro imbarazzo per la sconfitta elettorale.
Trump non ha fatto mistero della sua ammirazione per Putin, e la sua scelta come segretario di Stato dell’amministratore delegato di Exxon Mobil Rex Tillerson ha destato preoccupazione per la vicinanza di quest’ultimo con Mosca.
Le indagini della Central Intellegence Agency (Cia) mostrano come la Russia potrebbe influenzare anche le prossime elezioni francesi e tedesche, sollevando dubbi sull’integrità del voto sulla Brexit.
Il 10 dicembre 2016 il Washington Post aveva riportato un rapporto della Cia secondo cui la Russia avrebbe violato le email private e istituzionali degli Stati Uniti per influenzare l’elezione di Trump.
Putin ha riferito di non aver mai perdonato Hillary Clinton – allora segretario di Stato degli Stati Uniti – per aver messo pubblicamente in discussione l’integrità delle elezioni parlamentari del 2011 in Russia, e l’ha accusata di aver incoraggiato proteste di piazza.
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