La piattaforma di appartamenti in affitto Airbnb è stata una delle aziende che ha approfittato dell’evento televisivo più seguito dell’anno negli Stati Uniti, il Super Bowl, per diffondere uno spot pubblicitario e lanciare un messaggio di pace e tolleranza.
In questo primo anno dell’era Trump molti marchi hanno realizzato campagne tendenzialmente contrarie alle politiche del neopresidente, dalla birra Bud che ha rivendicato le sue origini straniere alla compagnia edile 84 Lumber, che ha affrontato l’immigrazione dal Messico nel suo spot.
Airbnb non è stata da meno, con un breve filmato intitolato We Accept che ha avuto un seguito anche sul sito della compagnia, in cui gli amministratori delegati hanno voluto esplicitare la propria posizione e diffondere un messaggio di accoglienza verso chiunque.
— LEGGI ANCHE: Airbnb offre alloggi gratuiti ai viaggiatori colpiti dal bando di Trump
Questo il testo presente sul sito, e in basso il video dello spot:
“Crediamo nella semplice idea che, indipendentemente da chi siamo, da dove veniamo, da chi amiamo o a chi indirizziamo le nostre preghiere, noi tutti dobbiamo avere la possibilità di sentirci a casa. Siamo consapevoli che si tratta di un idealismo destinato a incontrare molti ostacoli lungo il cammino, a causa di un’altra constatazione che sembra semplicistica ma non lo è: non tutte le persone, oggi, sono accettate e tollerate.
Coloro che sono stati sfollati, sia per ragioni legate alla guerra che per altri fattori, hanno un bisogno particolare di essere accettati e compresi. Hanno bisogno, in maniera piuttosto letterale, di un luogo che possano chiamare casa. Ecco perché abbiamo deciso di agire.
Abbiamo iniziato fornendo alloggi per queste persone e, da allora, siamo stati in grado di offrire sistemazioni nel corso di 54 calamità su scala globale. Abbiamo stretto alleanze con svariate organizzazioni impegnate a soddisfare i bisogni più impellenti dei rifugiati in tutto il mondo e, proprio la settimana scorsa, abbiamo annunciato il nostro impegno nell’offrire case gratuite temporanee agli evacuati e a coloro che si sono visti improvvisamente rifiutare l’ingresso sul suolo statunitense. In molti ci hanno manifestato il proprio entusiasmo per l’iniziativa, donandoci la voglia di fare ancora di più.
Oggi ci siamo fissati l’obiettivo di fornire alloggi a breve termine a 100.000 persone che ne hanno bisogno. Inizieremo dai rifugiati, dai superstiti e dai volontari, anche se nel corso del tempo desideriamo dare un aiuto a molte altre categorie di persone. Lavoreremo con gli host della nostra community per fare in modo che chi si trova in queste condizioni possa trovare non solo un luogo dove stare, ma anche una rete sociale dove poter interagire con gli altri, dove sentirsi rispettato e nuovamente parte di una community. Inoltre, Airbnb investirà un totale di 4 milioni di dollari, nel corso di quattro anni, per aiutare l’International rescue committee nel far fronte ai bisogni più urgenti dei rifugiati in tutto il mondo.
Non potremmo parlare di mancanza di accoglienza nel mondo senza indicare le sfide all’interno della nostra stessa community. La triste verità è che qualche ospite, su Airbnb, ha conosciuto la discriminazione, che è esattamente l’opposto di ciò in cui crediamo. Sappiamo di dover lavorare in questo senso e ci impegniamo a migliorare il rispetto reciproco e il senso di appartenenza all’interno della nostra community.
Questo è solo l’inizio, e ci auguriamo tu possa unirti a noi condividendo il tuo alloggio con chi ne ha bisogno o donando alle organizzazioni che stanno assistendo gli sfollati. Se lo desideriamo, possiamo fare in modo che i bambini di oggi crescano in un mondo diverso, nel quale possano sentirsi accettati per chi sono, indipendentemente da dove si trovino. Perché siamo sinceramente convinti che più ci accettiamo per ciò che siamo e più il mondo può diventare un luogo migliore.
fondatori di Airbnb
Brian Nate Joe”
**Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.**
Leggi l'articolo originale su TPI.it