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    Nuovo round di negoziati sulla Siria ad Astana, in Kazakistan

    I colloqui di Astana a settembre 2017. Credit: Stanislav FILIPPOV

    I colloqui appoggiati da Russia, Iran e Turchia ripartono dalla creazione delle zone di distensione nella provincia di Idlib e in altre aree della Siria

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 30 Ott. 2017 alle 11:17 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:45

    Il settimo round di trattative sulla pace in Siria promosso da Russia, Iran e Turchia, è iniziato lunedì 30 ottobre nella capitale del Kazakistan, Astana. I nuovi colloqui tra le tre potenze riguarderanno il loro l’appoggio alle zone di distensione e il sostegno umanitario nel paese mediorientale, piegato da sei anni di guerra civile.

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    Partecipano ai colloqui Alexander Lavrentyev, capo della delegazione russa, il rappresentante della diplomazia iraniana Hossein Ansari e a quello della Turchia Sedat Onal. Come osservatori, parteciperanno anche l’inviato speciale per la Siria Staffan de Mistura, il diplomatico statunitense David Satterfield e la delegazione della Giordania. Il regime siriano è invece rappresentato da Bashar Jaafari, rappresentante permanente del governo di Assad all’Onu.
    “Il processo di pace di Astana è giunto alla creazione delle zone di distensione”, ha detto Alexander Lavrentyev, capo della delegazione russa, citato dall’agenzia Tass. “Molto deve ancora essere fatto per assicurarsi che il processo diventi irreversibile, che gli accordi raggiunti rappresentino qualcosa di più significativo per il futuro della Siria”.

    Secondo quanto dichiarato da Lavrentyev e riportato dall’agenzia RIA, la Russia spera che la Turchia riesca a stabilizzare la provincia di Idlib in Siria, che Mosca ritiene fortemente esposta ad attacchi delle forze anti governative. “Il livello di tensione è alto ed esiste ancora il pericolo di attacchi da parte di gruppi radicali che si trovano nell’area”, ha detto il capo della delegazione russa ai colloqui di Astana. “Speriamo che i nostri partner turchi riescano a stabilizzare la situazione”.

    L’ultimo round di trattative è stato quello che si è svolto tra il 14 e il 15 settembre, e che si è concluso con la creazione di zone di distensione nella provincia di Idlib, nel Ghouta orientale, in alcune zone della provincia di Homs e altre provincie vicine. Si tratta di zone di de-escalation militare che vogliono prevenire il rischio di conflitti o scontri al loro interno.

    Durante questo nuovo round, le delegazioni discuteranno di azioni coordinate contro il terrorismo internazionale e adotteranno una dichiarazione congiunta per la rimozione delle mine in Siria, per il rilascio di prigionieri e ostaggi, il trasferimento dei corpi delle vittime, e la ricerca di persone scomparse.

    Lunedì 30 si tengono le audizioni di esperti, mentre martedì 31 è in programma l’assemblea plenaria.
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