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    Il nuovo capo dell’Interpol è Ahmed Naser al-Raisi, un generale accusato di torture e arresti arbitrari

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 27 Nov. 2021 alle 11:54

    Il nuovo numero uno dell’Interpol – l’organizzazione internazionale della polizia criminale – è il generale Ahmed Naser al-Raisi, ispettore del ministero degli interni degli Emirati Arabi Uniti. Una nomina che ha generato diverse polemiche. Contro di lui, infatti, sono state sporte denunce penali in cinque Paesi, tra cui in Francia, dove ha sede l’Interpol, e in Turchia, dove si sono svolte le elezioni. L’uomo, dal 27 dicembre 2018 Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia (già Stella della solidarietà italiana), è inoltre accusato da associazioni per i diritti umani di essere stato coinvolto in torture e detenzioni arbitrarie negli Emirati Arabi Uniti. “Non può nascondersi dalle accuse molto serie nei suoi confronti, facciamo appello all’Interpol affinché adempia al fondamentale dovere di indagare su questi sconvolgenti crimini”, ha commentato l’avvocato internazionale Rodney Dixon, che proprio in questi giorni ha presentato una denuncia per tortura contro al-Raisi a Istanbul.

    Ma di cosa è accusato Ahmed Naser al-Raisi? Il nuovo capo dell’Interpol è accusato di avere supervisionato la detenzione arbitraria e la tortura di Matthew Hedges e Ali Ahmad Issa, cittadini britannici arrestati negli Emirati tra il 2018 e il 2019 quando al Raisi già ricopriva la carica di ispettore generale del ministero dell’Interno. “Sono molto preoccupato per cosa potrà significare l’elezione di Raisi per persone come me che hanno subito abusi negli Emirati e sono state costrette a rilasciare confessioni forzate sotto tortura”, ha detto Matthew Hedges, detenuto per 7 mesi in isolamento nel 2018 con accuse di spionaggio per conto del governo inglese mentre si trovava negli Emirati per fare ricerca come studente di dottorato. “Onestamente penso che il risultato di questa elezione sia stato deciso in anticipo”, ha commentato Ali Ahmad Issa, l’altro cittadino britannico che ha denunciato tortura subita nel 2019 dalla polizia emiratina dopo essere stato arrestato per vestire una maglietta della squadra di calcio del Qatar in occasione di un evento sportivo.

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