La mattina del 7 gennaio 2016 quaranta camion che trasportavano farina, medicinali e prodotti igienici sono partiti da Damasco, in Siria, per raggiungere la città siriana di Madaya, controllata dai ribelli e assediata da ottobre del 2015 dalle truppe fedeli al regime di Assad.
Gli aiuti umanitari sono potuti arrivare solo dopo che l’Onu e le truppe governative hanno raggiunto un accordo per lasciar passare i sussidi, dal momento che la popolazione di Madaya era a corto di viveri e oltre 23 persone sono morte di fame.
In questo modo, 40mila persone hanno ricevuto soccorso. Oltre agli abitanti di Madaya, anche 20mila abitanti delle città di Fua e Kefraya – nel nordovest del paese – hanno ricevuto gli aiuti umanitari.
Secondo quanto riferito da un portavoce della Croce Rossa Internazionale all’agenzia francese Afp, le priorità per i nuovi aiuti in arrivo giovedì 14 gennaio sono il grano e i medicinali.
Il responsabile della Croce Rossa per la Siria, Pawel Krzysiek, ha detto che a Madaya ci sarebbero tra le 300 e le 400 persone in stato di forte malnutrizione.
In proposito, Yacoub El Hillo, coordinatore per gli affari umanitari in Siria dell’Onu, ha dichiarato che l’Organizzazione mondiale della Sanità e il governo siriano stanno discutendo per trovare un accordo sull’evacuazione di centinaia di persone in difficoltà da Madaya, così da permettere loro di ricevere cure mediche.
La città di Madaya si trova nel sudovest della Siria, a 25 chilometri di distanza da Damasco, vicino al confine con il Libano.