Decine di civili sono morti durante una serie di bombardamenti che hanno colpito sabato 19 marzo 2016 la città di Raqqa, capitale de facto del sedicente Stato islamico in Siria. Lo rivela l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Secondo le informazioni a disposizione, le vittime sarebbero almeno 39 e i feriti più di 60. Tra loro anche donne e bambini. Sempre a Raqqa, nella sola giornata di ieri, sarebbero rimasti uccisi altri 16 civili.
Non è stato possibile verificare se l’attacco sia stato compiuto dall’aviazione dell’esercito regolare siriano o dalle forze aeree russe ancora presenti sul territorio siriano per combattere il terrorismo (nonostante il recente annuncio del ritiro delle truppe in Siria da parte di Putin).
In un attacco ben distinto da quello di Raqqa, invece, le forze aeree russe hanno continuato a bombardare la città di Palmyra, nelle mani dell’Isis, 200 chilometri a sud ovest di Raqqa. Bombardamenti russi su Palmyra erano già stati registrati il 15 marzo.
Secondo l’Osservatorio, i raid russi sarebbero stati più di settanta, ma ancora non si hanno notizie su eventuali vittime tra i civili. Da giorni le truppe di Assad hanno intrapreso un’offensiva per riconquistare la città.
Le ostilità in Siria sono formalmente cessate tre settimane fa dopo l’accordo raggiunto alla conferenza di pace di Ginevra, ma dall’intesa sono rimasti fuori i territori controllati dai combattenti del sedicente Stato islamico e dai gruppi di miliziani legati ad al Qaeda, fra cui al-Nusra.
La Russia, nonostante l’annuncio del ritiro di gran parte delle truppe dalla Siria, continua le operazioni aeree a supporto delle truppe del presidente Bashar al-Assad, che in pochi mesi ha riconquistato il controllo di ampie aree del paese.
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