La terra torna a tremare in Turchia, nella zona al confine con la Siria già stravolta dal sisma che nella notte tra il 5 e il 6 febbraio ha causato almeno 47mila vittime: due nuove scosse di terremoto – di magnitudo 6.4 e 5.8 – hanno colpito i due Paesi che sono ancora alle prese con le operazioni di recupero delle vittime.
Secondo le indicazioni preliminari, il sisma – con ipocentro a una profondità di 10 km – si è verificato a circa 32 chilometri da Antiochia in Turchia. Le scosse sono state avvertite, oltre che in Siria, anche in Libano, Iraq, Israele e nella Striscia di Gaza.
More buildings scrambled in #Turkey #earthquake pic.twitter.com/jw8aRQAXIP
— Arthur Morgan (@ArthurM40330824) February 20, 2023
I nuovi episodi hanno causato il crollo di nuovi edifici che avevano resistito al sisma di inizio mese. Secondo quanto fatto sapere dal prefetto di Hatay Rahmi Dogan sono in corso diverse evacuazioni.
L’agenzia turca per i disastri e le emergenze Afad ha chiesto alle persone di allontanarsi dagli edifici danneggiati e di non sostare nelle zone costiere per timore che ci possa essere un innalzamento del livello del mare fino a 50 centimetri.
Prima delle nuove scosse di oggi, il presidente dell’Afad, Yunus Sezer, ha dichiarato in una conferenza stampa che le scosse di assestamento sono proseguite incessantemente dal 6 febbraio scorso: “Finora ci sono state 6.414 scosse di assestamento. Vorrei ricordare ancora una volta che ai nostri cittadini è vietato entrare in edifici rischiosi e trasportare merci”.
(articolo in aggiornamento)