Nuova Zelanda torna in lockdown per un singolo caso. “Abbiamo solo una possibilità per fermare la variante Delta”
La Nuova Zelanda è tornata in lockdown dopo la scoperta del primo contagio avvenuto all’interno del paese dallo scorso febbraio, per bloccare l’ingresso della variante Delta nel paese.
“Abbiamo solo una possibilità”, ha dichiarato ieri la prima ministra Jacinda Ardern annunciando le restrizioni, dopo che è stato riportato il primo caso della variante Delta nel paese.
Il lockdown nazionale durerà solo tre giorni a partire da oggi, mentre nelle regioni di Auckland e Coromandel, visitate recentemente dal 58enne risultato positivo, le restrizioni dureranno da tre a sette giorni.
L’uomo ha effettuato il tampone lo scorso sabato 14 agosto ed è considerato dalle autorità a rischio di trasmettere il virus da giovedì 12 agosto. Ricostruendo i suoi spostamenti sono state identificate 23 aree di interesse nella regione di Coromandel e a Auckland, anche se non è ancora stato chiarito come si sia contagiato, un fatto che preoccupa le autorità sanitarie. “Poiché al momento non siamo in grado di ricondurre il caso al confine, è possibile che ci siano altri casi intorno ad Auckland e altre possibili catene di trasmissione: persone provenienti da tutto il paese si sono recate ad Auckland e sono tornate in altre parti della Nuova Zelanda”, ha spiegato Ashley Bloomfield, direttore generale della Sanità pubblica del paese.
Le attività di tracciamento hanno finora portato a identificare 10 casi, ricondotte al focolaio scoppiato a Sydney tramite il sequenziamento.
Le restrizioni imposte corrispondono al “livello quattro”, il massimo previsto nel paese, e impongono a tutti i cittadini a eccezione dai lavoratori essenziali di rimanere a casa e lasciare la casa solo per l’acquisto di beni di prima necessità, visite mediche e fare attività fisica all’aperto.
Nel paese non è obbligatorio indossare la mascherina, ma le autorità sanitarie hanno invitato la popolazione a indossarla quando escono di casa, in particolare in ambienti chiusi come i supermercati.
Il governo ha anche approvato una serie di misure per aiutare i lavoratori delle imprese costrette a rimanere chiuse e compensare chi non è in grado di recarsi a lavoro nel caso manifesti sintomi o deve isolarsi. Il ministro delle Finanze, Grant Robertson, ha dichiarato che una risposta economica adeguata rappresenta anche una “forte risposta sanitaria”.
Oggi la banca centrale del paese ha mantenuto il tasso di riferimento invariato al minimo record di 0,25%, posticipato un aumento atteso dei tassi che avrebbe reso la Nuova Zelanda il primo paese nella regione dell’Asia-Pacifico e tra i paesi economicamente più avanzati a portare i tassi al rialzo dall’inizio della pandemia.
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