Uno dei leader più importanti di al-Qaeda, Abu Khayr al-Masri, è stato ucciso da un drone statunitense vicino a Idlib, nel nord-ovest della Siria. A riferirlo il 27 febbraio sono stati gli stessi miliziani jihadisti, che hanno pubblicato sul web le foto dell’auto sul quale viaggiava l’uomo, completamente distrutta da un missile. La notizia dell’attacco è stata diffusa anche dal Pentagono, che non ha tuttavia confermato la morte di al-Masri.
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Nel 2005 l’intelligence statunitense ha identificato al-Masri come il numero di numero due di al-Qaeda e possibile erede del leader supremo Ayman Al-Zawahiri. Nel 2015, dopo essere fuggito dall’Afghanistan e aver scontato 12 anni di carcere in Iran, al-Masri era andato in Siria per riunire e guidare i vari gruppi legati all’organizzazione terroristica creata da Bin Laden, presenti sul territorio, e in difficoltà a causa dell’avanzata dell’Isis.
Il jihadista 59enne, secondo gli 007 americani, è coinvolto negli attentati del 1998 contro due ambasciate americane in Tanzania e Kenya, in cui morirono più di 200 persone, in gran parte civili.
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