Notizie dal mondo oltre al Coronavirus: cosa è successo il 16 marzo?
Coronavirus: per la prima volta il numero dei morti nel mondo ha superato la Cina. Secondo la Johns Hopkins University i decessi fuori dalla Cina sono arrivati a quota 3.241. Il 30% dei decessi è avvenuto in Italia. Numeri che catalizzano l’attenzione su tutto ciò che riguarda il terribile virus che sta mietendo vittime a un ritmo spaventoso. Per non perdere di vista ciò che sta accadendo nel resto del mondo, qui un veloce riassunto:
IRAQ – Gli Stati Uniti e l’Iran si scontrano di nuovo in Iraq. Le ostilità continuano a divampare mesi dopo l’escalation che ha portato all’uccisione del generale dei Pasdaran Qassem Soleimani (qui un suo profilo). Mercoledì 11 marzo, 15 razzi Katyusha sono stati lanciati contro la base di Taji, che è irachena ma ospita anche personale occidentale. Due americani e un inglese sono stati uccisi, e se non fosse per la grande crisi globale del Coronavirus forse la reazione da Washington sarebbe stata ben più pesante. Mercoledì sera le forze della Coalizione internazionale, che è nella regione mediorientale per combattere lo Stato Islamico, ma ha anche con compiti più strategici, hanno bombardato postazioni dei combattenti sciiti afgani Fatimiyoon, e degli iracheni Kata’ib Hezbollah, Kata’ib Sayyid al-Shuhada e della Harakat Hezbollah al-Nujaba.
FRANCIA – In Francia si è tenuto il primo turno di votazioni alle elezioni locali. Domenica 15 marzo, nonostante l’emergenza provocata dall’epidemia da Coronavirus, in Francia c’è stato il primo turno delle elezioni municipali in circa 35mila comuni, e in alcune importanti città come Bordeaux, Marsiglia, Nizza, Lione, Tolosa, Lille, Montpellier, e anche a Parigi, la capitale. Al centro della giornata di ieri, però, ci sono state soprattutto le discussioni e le polemiche sull’opportunità di tenere o meno il secondo turno che dovrebbe essere domenica 22 marzo. Secondo i primi dati l’affluenza al primo turno è stata molto bassa, tra il 44 e il 46,5 per cento, cioè 18-19 punti in meno rispetto al 2014. I risultati iniziali hanno mostrato una forte performance per i partiti di centro-sinistra e Green. C’è la prospettiva, tuttavia, che il secondo turno di votazione possa essere annullato con l’intensificarsi del blocco del paese. Ciò potrebbe invalidare i risultati di questo fine settimana. (qui la notizia).
GRECIA – Incendio nel campo profughi di Moria. Un incendio, scoppiato oggi nel campo di Moria sull’isola di Lesbo, ha causato la morte di un bambino e seminato panico e paura tra le persone. I team di MSF nella nostra clinica fuori dal campo stanno fornendo cure mediche e supporto psicologico alle persone coinvolte. Marco Sandrone, capo progetto di MSF a Lesbo: “Quante altre tragedie dovremo vedere prima di evacuare le persone da questo inferno?”. (qui la notizia).
ISRAELE – Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha incaricato l’ex generale Benny Gantz di formare il prossimo governo del paese. Israele ha votato per la terza volta in meno di un anno il 2 marzo. Nuovo successo del premier uscente, Benjamin Netanyahu. Eppure, benché la destra del Likud di Netanyahu abbia infatti conquistati 36 seggi e il partito centrista Blu e Bianco di Gantz 33, è il politico capace di formare un’ampia coalizione con l’appoggio di più movimenti a ottenere il mandato del presidente. Gantz è riuscito nell’impresa di strappare al rivale Netanyahu il precario successo elettorale perché in queste settimane di consultazioni 61 deputati della Knesset, il Parlamento israeliano, hanno raccomandato al presidente di dare a lui l’incarico. Si tratta di una maggioranza molto risicata su un totale di 120 seggi. “Gantz, il cui partito ha vinto 33 seggi, sembra aver stretto alleanze nei giorni scorsi con due improbabili partner: l’elenco congiunto dei partiti a maggioranza araba, che ha guadagnato 15 seggi, e il partito nazionalista di destra guidato da Avigdor Liberman, che ha vinto sette seggi”, ha riferito The Post’s Ruth Eglash. Gantz ha ancora un compito “mastodontico” davanti a sé.
SIRIA – Nella provincia di Idlib regge il fragile cessate il fuoco tra Russia e Turchia. Lo scorso giovedì 5 marzo, i presidenti di Russia e Turchia si erano accordati per una tregua nella provincia di Idlib, in Siria, con l’obiettivo di fermare l’ulteriore inasprimento delle violenze che sta caratterizzando il 2020 nel Paese, ormai entrato nel decimo anno di guerra. A oggi la tregua regge, nonostante episodici combattimenti, ma guardando la mappa dell’accordo ci si rende conto di quanto la situazione non rappresenti un’evoluzione rispetto agli accordi del passato, con le forze del presidente Bashar al-Assad desiderose di esercitare il proprio vantaggio in una delle ultime enclavi ribelli rimaste nel paese. “La situazione a Idlib è terribile”, ha scritto l’attivista politico siriano Oula Alrifai nel fine settimana. “Un milione di civili sono stati costretti a fuggire dalle loro case negli ultimi tre mesi. Campi sovraffollati hanno costretto molti a vivere all’aperto, esposti al clima invernale così duro che alcuni bambini si sono congelati a morte. Altri stanno morendo di fame”.
BOLIVIA – In Bolivia si pensa alle elezioni presidenziali di maggio. La Bolivia, dopo il colpo di stato che ha deposto il legittimo presidente della Repubblica, Evo Morales, è piombato nel caos istituzionale e sociale. Il presidente Morales è fuggito prima in Messico e in seguito in Argentina, per garantire la propria incolumità e quella dei suoi familiari. Tuttavia, da pochi giorni sono state fissate le nuove elezioni presidenziali e parlamentari per il 3 maggio 2020.
CORNO D’AFRICA – La piaga delle locuste si abbatte sul corno d’Africa. La scorsa settimana, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha avvertito che sciami di centinaia di miliardi di locuste stanno iniziando a formarsi nel Corno d’Africa. I governi in Etiopia e in Kenya sono a lavoro per creare una flotta sufficiente di aerei in grado di colpire gli sciami con pesticidi. Nel frattempo si diffondono notizie di innumerevoli acri di colture devastati dal moto della locuste.
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