In un periodo in cui il presidente degli Stati Uniti decide di bloccare con un ordine esecutivo – poi sospeso dalla magistratura – l’ingresso nel suo paese ai cittadini di ben sette nazioni a maggioranza islamica, è facile pensare che gli appartenenti a questa fede possano subire qualche forma di discriminazione.
Come ha mostrato un esperimento del programma della Bbc Inside Out London, anche solo avere un nome che possa suonare arabo o mediorentale può risultare in alcuni casi un ostacolo nella vita quotidiana di molti cittadini europei.
Il programma ha inviato a cento diversi destinatari nell’ambito delle aziende pubblicitarie i curriculum di due candidati con le stesse identiche competenze ed esperienze, ma con un solo dettaglio differente, il nome: quello del primo era Adam, quello del secondo Mohamed.
Su cento richieste inviate per un colloquio, Adam è stato chiamato da 12 aziende, mentre nel caso di Mohamed le risposte sono state solo quattro.
Come scrive la Bbc sul suo sito, anche se i risultati sono basati su un campione di piccole dimensioni, studi precedenti offrivano le stesse conclusioni: i musulmani britannici sono i meno proporzionalmente rappresentati in contesti manageriali e professionali rispetto a qualsiasi altro gruppo religioso.
Qualcosa di simile è avvenuto anche quando i due hanno aggiunto i propri curriculum su quattro diversi siti online dedicati alla ricerca di lavoro: Adam è stato contattato quattro volte, Mohamed soltanto due.
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