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    Nigeria, liberate molte delle 110 studentesse rapite da Boko Haram

    Le ragazze erano state rapite lo scorso 19 febbraio 2018 in una scuola di Dapchi, nello stato di Yobe. Cinque di loro sarebbero morte

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 21 Mar. 2018 alle 09:31 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:44

    In Nigeria sono state liberate 105 delle 110 studentesse rapite lo scorso 19 febbraio 2018 dalle milizie islamiche di Boko Haram in una scuola di Dapchi, nello stato di Yobe.

    La notizia è stata confermata oggi, mercoledì 21 marzo 2018, dal governo federale della Nigeria. Cinque delle ragazze sarebbero morte.

    Shebu Garba, portavoce del presidente nigeriano Muhammadu Buhari, ha annunciato la liberazione di 105 ragazze.

    La notizia era stata riportata dall’agenzia di stampa statunitense Sahara Reporters. “I miliziani di Boko Haram sono giunti a Dapchi disarmati, si sono scambiati i convenevoli con i leader della comunità locale e se ne sono andati dopo aver liberato le ragazze”, scrive un corrispondente del Sahara Reporters.

    Lunedì 22 febbraio 2018 l’esercito nigeriano aveva diffuso la notizia – poi smentita – del ritrovamento di 76 delle ragazze.

    Il governo nigerianoha messo in campo numerosi aerei e forze militari per liberare le ragazze ancora disperse.

    Il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, aveva definito il sequestro un “disastro nazionale” e si era scusato con le famiglie delle ragazze.

    Nei giorni scorsi il movimento nigeriano #BringBackOurGirls, istituito che nell’aprile 2014 a Chibok, circa 275 chilometri a sud-est di Dapchi, Boko Haram rapì 270 ragazze, ha accusato l’amministrazione di Abuja di “incompetenza” e “negligenza”.

    Il 19 marzo, l’ong Amnesty International ha accusato l’esercito nigeriano, sostenendo che il rapimento poteva essere evitato. Le forze di sicurezza nigeriane erano state informate ore prima che un convoglio del gruppo armato si stava dirigendo verso la città.

    Il governo nigeriano ha smentito quest’ultimo rapporto parlando di “una vera e propria menzogna”.

    Nel caso del sequestro di Chibok i militari e il governo inizialmente negarono i rapimenti e rimasero in silenzio mentre i jihadisti portavano a compimento il sequestro.

    La sensazione che nessuna lezione sia stata appresa dall’amministrazione attuale, che è giunta al potere in parte proprio a causa della rabbia dell’opinione pubblica sul modo in cui il precedente governo aveva gestito il rapimento di Chibok.

    Al momento, più di 100 delle ragazze di Chibok non sono state ancora ritrovate.

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