È di otto morti il bilancio provvisorio delle vittime causate dall’attacco di un kamikaze in una moschea nel nordest della Nigeria. Cinque persone sarebbero rimaste ferite.
L’esplosione è avvenuta nell’area Mainari di Konduga, nello stato del Borno. L’ha dichiarato Ibrahim Liman, membro della milizia civile che assiste i militari nella lotta contro Boko Haram.
“L’attentatore è entrato nella moschea alle 5.15 del mattino mentre i fedeli pregavano e si è fatto esplodere, uccidendo otto fedeli e ferendone altri cinque. Sette delle vittime sono morte nella moschea mentre un’altra è morta sulla strada per Maiduguri”, ha dichiarato l’uomo.
I bombardamenti suicidi contro obiettivi civili come moschee, mercati e stazioni degli autobus sono il segno distintivo della fazione di Boko Haram guidata da Abubakar Shekau. Molti dei kamikaze usati sono giovani donne e ragazze.
Liman ha detto che l’ultimo attacco sembra essere stato eseguito da un uomo di circa 20 anni.
L’attentato arriva dopo i tentativi del governo di fare rientrare a casa le persone sfollate a causa dell’insurrezione islamista di Boko Haram. Le agenzie umanitarie, che forniscono assistenza, cibo e acqua nella regione devastata dal conflitto, hanno denunciato che la sicurezza nel paese non è migliorata.
La scorsa settimana, almeno sei commercianti sono morti in un’imboscata vicino al confine con il Camerun.
Attacchi a convogli e basi militari si sono verificati anche nel vicino stato di Yobe ma il numero delle vittime non è stato dichiarato. Soldati e civili sono presi di mira anche nel Niger e in Ciad, dove il 22 luglio 2016, durante un attacco a un villaggio, almeno diciotto persone sono state uccise sul posto mentre una decina di donna è stata portata via da un gruppo di uomini armati.