Un doppio attacco suicida ha colpito la città di Damboa, nello stato del Borno, in Nigeria, provocando la morte di almeno 31 persone la sera di sabato 16 giugno 2018.
La notizia è stata riportata dalla Bbc, secondo la quale le esplosioni sono state seguite dal lancio di missili dall’esterno della città.
Alcune ore prima degli attacchi, il capo dell’esercito nigeriano, il generale Tukur Buratai, aveva incoraggiato gli sfollati a ritornare a casa, sostenendo che fosse sicuro.
Si sospetta che possano essere stati ancora una volta i miliziani del gruppo islamista Boko Haram a organizzare gli attacchi.
Il primo maggio è iniziata un’operazione di 4 mesi per cacciare i miliziani dalla regione del Borno e del lago Ciad.
Gli attacchi suicidi di Boko Haram
In Nigeria il gruppo terroristico islamico Boko Haram sta adottando una nuova tecnica per compiere i propri attentati suicidi.
Dopo aver condotto per anni attacchi usando come kamikaze donne e bambini, ora l’organizzazione terroristica ha iniziato a servirsi di uomini anziani per le sue azioni suicide.
È quanto avvenuto martedì 15 maggio 2018 nell’attentato avvenuto a Konduga, città a 35 chilometri da Maiduguri, capitale dello stato di Borno.
Nell’esplosione sono morti, oltre all’attentatore, tre agenti della Civilian Joint Task Force, una milizia di civili armati che combattono Boko Haram.
Il conflitto causato da Boko Haram è al suo decimo anno e sembra non essere ancora al suo epilogo.
Dopo il famoso caso delle ragazze rapite in una scuola di Chibok, a febbraio 2018 sono state rapite più di cento studentesse dalla città di Dapchi.
Un mese dopo, Boko Haram ha restituito quasi tutte quelle ragazze, ma cinque sono morte durante la prigionia.
Il presidente Muhammadu Buhari nel 2015 ha avviato delle politiche contro Boko Haram, ma nonostante dal 2016 abbia spinto i combattenti fuori da alcune grandi città, la presenza dei miliziani è ancora forte in Nigeria.
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