Il governo del Niger ha annunciato di non essere affatto contento della cooperazione con le truppe francesi e statunitensi schierate nel paese africano.
Il ministro della Difesa nigerino, Kalla Moutari, ha usato parole molte dure nei confronti delle forze straniere.
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“Abbiamo pensato che fosse bello progettare insieme le operazioni, sto parlando principalmente dell’esercito francese e dell’esercito degli Stati Uniti”, ha detto Moutari, secondo quanto riporta il portale locale a Niamey, capitale del Niger.
“Ricordate i titoli apparsi sui giornali dove mi si attribuiscono dichiarazioni in cui avrei detto che i nostri eserciti non hanno convinto? Io invece ho detto che è questa cooperazione a non aver convinto”.
Il Niger, fra le nazioni con il tasso di povertà più elevato al mondo, è ricco di grandi risorse minerarie, tra cui l’uranio.
Ebbene, è proprio su questo aspetto che si sono concentrate le polemiche dei politici e di autorevoli personaggi in Niger.
Fra questi c’è anche il professor Yahaya Issoufou, storico e politologo dell’Università di Niamey, che lo scorso mese ha dichiarato: “La Francia ottiene tutto quello che vuole, e il Niger?”.
“I rapporti sono sempre a vantaggio della Francia”, ha aggiunto Issoufou, accusando Parigi di “neocolonialismo”.
“La Francia ha schierato i suoi militari e ha ottenuto il suo uranio”, ha detto Issoufou.
“Areva è la principale compagnia nucleare del mondo, mentre il Niger è l’ultimo al mondo in termini di povertà”, sostiene Ali Idrissa, una figura di spicco della società civile nigerina, sostenendo che molti cittadini del paese sembrano scorgere un legame tra la presenza militare francese e le risorse minerarie del Niger.
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Il ministro dell’Interno Mohamed Bazoum ha cercato di mantenere buoni i rapporti con la Francia, dichiarando che si tratta di “un mito” che alimenta “fantasie”.
“In realtà, il prezzo è calato e noi non sfruttiamo l’uranio quanto vorremmo”, ha aggiunto Bazoum, negando qualsiasi legame tra l’uranio e la presenza militare francese in Niger.
In Niger al momento sono schierati anche almeno 800 soldati statunitensi. Nei prossimi mesi una missione militare italiana verrà inviata a Niamey.
Il 17 gennaio infatti il parlamento ha approvato il dispiegamento della missione “di supporto nella Repubblica del Niger”, una missione che secondo il ministero della Difesa è “non combat ma di addestramento”.
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Questo intervento prevede lo schieramento di un contingente di 120 uomini nel primo semestre di quest’anno per poi raggiungere il numero massimo di 470 militari entro fine anno, non impiegati però contemporaneamente ma a rotazione.
La media annuale dovrebbe essere infatti di “circa 250 soldati”. Oltre al personale militare, verranno poi inviati in Niger anche 130 mezzi terrestri e due aerei, per una spesa complessiva totale di 49,5 milioni di euro per tutto il 2018.
L’emittente francese Radio France Internationale, negli scorsi giorni, aveva riportato le rivelazioni ricevute da alcune fonti, secondo le quali il Niger non sapeva nulla della missione italiana, nei confronti della quale si sarebbe anche dichiarato contrario.
Il Niger, assieme ad altri quattro paesi del Sahel (Mali, Burkina Faso, Mauritania e Ciad) ha costituito una forza congiunta per combattere i terroristi nella regione.
Questo corpo militare, nel 2017, ha ricevuto 50 milioni di euro di finanziamenti dall’Unione Europea, nonché ulteriori fondi da Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Francia.