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    Il Niger ha sospeso i rimpatri dei rifugiati dalla Libia

    Credit: Afp

    La decisione è legata al numero insufficiente di paesi terzi che sono disponibili ad accogliere i migranti

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 9 Mar. 2018 alle 19:27 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:38

    Il governo del Niger ha sospeso temporaneamente i rimpatri di rifugiati e migranti dalla Libia, eseguiti in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (Oim).

    Secondo quanto riferito al portale Voice of America da Vincent Cochetel, inviato speciale dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) per il Mediterraneo centrale, la decisione del Niger è legata al numero insufficiente di paesi terzi che sono disponibili ad accogliere i migranti.

    Cochetel ha detto ieri, giovedì 8 marzo 2018, che l’UNHCR non ha soluzioni a questo problema perché sono disponibili solo 30 destinazioni per il reinsediamento dei migranti, che però non sono sufficienti.

    “Abbiamo chiesto agli Stati in cui i migranti dovrebbero essere reinsediati di fare di più per evacuare velocemente le migliaia di persone che stanno andando in Niger, perché altrimenti le persone dovranno continuare a marcire in condizioni spaventose nei centri di detenzione. Non abbiamo altra soluzione disponibile”, ha detto Cochetel.

    Nel novembre 2017, il governo del Niger aveva accettato di permettere il transito dei migranti africani evacuati dalla Libia dalle agenzie delle Nazioni Unite perché potessero essere reinsediati in paesi terzi.

    Centinaia di migliaia di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana compiono il pericoloso viaggio verso la Libia nella speranza di raggiungere l’Europa e una vita migliore.

    L’agenzia di migrazione delle Nazioni Unite stima che ad oggi oltre 700mila migranti, compresi almeno 47mila rifugiati che necessitano di protezione, si trovino in Libia.

    Molti non arrivano mai in Italia, il principale scalo, perché sono detenuti in centri di detenzione gestiti da autorità libiche o da contrabbandieri e trafficanti di esseri umani che rapiscono e torturano i migranti per ottenere un riscatto.

    Quest’anno l’UNHCR ha fatto ricorso a quasi 227 milioni di dollari per operazioni umanitarie nel Mediterraneo centrale.

    Cochetel dice che alcuni dei fondi potrebbero essere utilizzati per cercare di scoraggiare i rifugiati dal compiere il disperato viaggio verso la Libia offrendo opzioni alternative per l’asilo nei paesi che attraversano durante il viaggio.

    Alla fine di dicembre 2017 il governo italiano ha approvato un intervento militare in Niger il cui principale obiettivo è il contrasto al traffico di esseri umani e al terrorismo internazionale.

    Secondo alcuni analisti, l’impiego di militari italiani in Niger è una sorta di escamotage, un modo indiretto per garantire un controllo sul traffico di esseri umani nel sud della Libia, evitando di mettere gli scarponi in quel territorio che è sicuramente più insicuro e pericoloso del Niger.

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