L’Osce, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, lancia un monito molto cupo: “Ci troviamo davanti al più grande rischio di guerra in Europa degli ultimi 30 anni”. Cosa sta accadendo?
Il dialogo tra Russia, Usa e Nato sulla sicurezza europea e l’Ucraina sembra arrivato a un vicolo cieco. Biden comincia a prendere in considerazione delle sanzioni contro Putin, lui rilancia minacciando ritorsioni. Di che tipo? Anche militari.
Mosca ha evocato possibili missioni militari all’estero. Il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov, che ha guidato la delegazione russa all’incontro con gli Stati Uniti dello scorso lunedì, parlando alla televisione russa, non ha “escluso” né “confermato” la possibilità di ingaggiare le forze armate russe per missioni a Cuba, e anche in Venezuela. “Tutto dipende – ha avvertito – dalle azioni della nostra controparte statunitense”.
Osce
L’Osce unisce 57 nazioni, in questo momento la presidenza spetta alla Polonia. L’Organizzazione è nata nel pieno della guerra fredda con lo scopo di ridurre le tensioni tra est ed ovest e oggi si trova a fare lo stesso. Ma davanti alle dure posizioni delle parti sembra impossibile riuscire a evitare il peggio. Per il Cremlino i colloqui sono “infruttuosi”, inutile continuare. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha promesso al suo omologo ucraino, Oleksii Reznikov, di continuare a fornire “assistenza difensiva” per aiutare a costruire la capacità delle forze armate ucraine.
Le minacce
A pesare sul cattivo rapporto c’è soprattutto la comparsa del disegno di legge del Senato americano sul “rafforzamento della sovranità ucraina” che, tra le altre cose, immagina possibili sanzioni contro il presidente Vladimir Putin in persona. “Questo equivarrebbe – ha tuonato il portavoce di Putin Dmitry Peskov – all’interruzione delle relazioni fra i nostri Paesi”. I funzionari russi parlano apertamente “di piani d’azione militari” consegnati a Putin per fronteggiare “un deterioramento della situazione in Ucraina”. Mosca chiede agli Usa “spiegazioni scritte” entro una settimana.
L’Ucraina, speranze e realtà
Nonostante questo, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha affermato che i colloqui dell’Osce hanno consolidato il sostegno internazionale all’Ucraina di fronte a “ultimatum illegali e pressioni militari dalla Russia”. L’Ucraina non è sola, perché “gli alleati occidentali condividono la posizione dell’Ucraina, che dovrebbe essere libera di scegliere a quali alleanze aderire”.
Almeno questa è la speranza. Non è però difficile immaginare che in caso di attacco la diplomazia rimanga ferma per evitare un’escalation di violenza. L’Ucraina si troverebbe così a far fronte da sola ai russi e la possibilità di un’invasione non è remota dato che Mosca ha mobilitato 100.000 soldati e piazzato attrezzatura militare lungo il confine con l’Ucraina.
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