Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    “La gente mangia dalla spazzatura, non abbiamo più nulla. Lasceremo la nostra casa, non c’è scelta”: la storia di Airé dal Venezuela

    Airé Contreras ha 23 anni, è una studentessa e vive a Merida, in Venezuela. Ha raccontato a TPI come si vive nel paese attanagliato da una povertà ormai devastante che ha colpito tutte le fasce della società

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 19 Set. 2018 alle 11:46 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:25

    “La situazione è orribile, e negli ultimi mesi è peggiorata, tantissime persone mangiano dalla spazzatura, non c’è elettricità per giorni, abbiamo paura di uscire, non abbiamo i soldi per sopravvivere, la gente è disperata e moltissime persone stanno scappando via, anche io e la mia famiglia presto ce ne andremo”. nicolas maduro venezuela

    Airé Contreras ha 23 anni, è una studentessa e vive a Merida, una città venezuelana situata nella regione andina che conta 300mila abitanti. Lì vive con la sua famiglia. Ha raccontato a TPI come si vive nel paese attanagliato da una povertà ormai devastante che ha colpito tutte le fasce della società.

    Quello che era uno dei paesi più ricchi dell’America Latina perché contraddistinto dalla presenza di enormi giacimenti di petrolio, oggi è schiacciato tra iper inflazione, mancanza di beni primari come cibo e medicine, repressione di ogni forma di opposizione e fuga di centinaia e centinaia di venezuelani nei paesi confinanti.

    il Pil recede e anche per il 2018 potrebbe posizionarsi al -15 per cento, le importazioni calano, la produzione interna ristagna, aumentano i numeri delle esecuzioni extra-giudiziali (almeno 47 nel 2017) e delle detenzioni arbitrarie che sarebbero decine di migliaia.

    La percentuale delle famiglie al di sotto della soglia di povertà ad oggi supera l’80 per cento.

    Da quanto tempo vivete in questa condizione di indigenza?

    Già da 5 anni, ma le cose sono peggiorate con la salita al potere di Maduro. Adesso è tutto sottosopra, è cascato tutto.

    Nicolàs Maduro, in carica dal 2013, si ritiene Presidente di un paese socialdemocratico, anche se dominato da continue proteste e sommosse, spesso messe a tacere  con la violenza, e da episodi di corruzione e di distribuzione di ricchezze tra alti burocrati e gerarchie militari.

    Le posizioni prese dal Presidente Maduro hanno probabilmente peggiorato la situazione del paese. E’ stata infatti varata poco tempo fa la riforma del sistema finanziario ed economico che prevede l’introduzione di una nuova moneta, l’aumento dell’IVA dal 12 per cento al 16 per cento e l’aumento dei salari del 3.464 per cento. La nuova moneta in questione è il Bolivar sovrano che ha sostituito il Bolivar forte.

    Com’è la situazione, quanto guadagnano i tuoi genitori?

    Mia madre non lavora, mio padre fa il bibliotecario in un istituto pubblico, ma la sua paga è davvero misera, poco più dell’equivalente di 34 euro al mese.

    I soldi che si guadagnano non bastano nemmeno per comprare una scatola di 24 uova.

    Cerchiamo di guadagnare soldi facendo più lavori, con un solo stipendio non si riesce a vivere. Ma la gente non ha più i soldi per nulla, mi è capitato di fare la parrucchiera per arrotondare, sono stata pagata con il cibo, come un baratto.

    Capita che trascorrano anche tre giorni senza elettricità. Qualche tempo fa, tutti i giorni, per 8 ore al giorno, andava via la corrente. Internet poi funziona molto di rado.

    Secondo il New York Times il declino dell’economia venezuelana è iniziato già nel 2012 e le cause derivano dagli atteggiamenti politico-economici del Governo precedente, dalla forte quanto azzardata dipendenza dal petrolio, dalla svalutazione della moneta e dalla tendenza ad ignorare la variabile “tempo”, quindi allo spendere troppo e in tempi stretti senza essere accorti.

    Nel 2014 il prezzo del petrolio crolla brutalmente, anche se già nel 2008 c’erano state le prime avvisaglie, e di conseguenza crollano anche i ricavi petroliferi nelle casse dello Stato.

    State pensando di andarvene?

    Sì, perché non si può vivere in questo modo, raggiungeremo mia sorella che vive in Cile e da lì proveremo a ripartire.

    Quante famiglie sono in procinto di partire?

    In ogni famiglia c’è almeno una persona che va via, un membro che se ne andrà per trovare lavoro e mandare i soldi. Anche mio fratello che vive in Italia lo fa, è lui che ci aiuta.

    Verso quali paesi si emigra?

    Colombia, Perù, Equador, Cile e Argentina ma non molto.

    Parli con i tuoi amici di quello che sta succedendo? Cosa pensano?

    La maggior parte dei miei amici se ne è andata. Non abbastanza soldi per andare al cinema, per andare in giro.

    La criminalità è in aumento, cosa significa per una ragazza uscire da sola, ti capita di avere paura?

    E’ orribile. Una cosa pazzesca, la gente mangia dalla spazzatura, ci sono tantissime persone che lo fanno.

    E ho paura a uscire sola. A me personalmente non è successo nulla, ma ho assistito più volte a furti, anche sull’autobus, a scippi, a episodi di violenza.

    La gente protesta, hai assistito a scene di repressione?

    C’è stato un momento in cui c’erano molte proteste, ma i poliziotti le hanno represse, uccidendo anche molto studenti. Ora le persone hanno paura di manifestare, temono di essere uccise.

    In tre città Merida, San Cristóbal, Caracas, dove ci sono stati più episodi di sparizioni forzate.

    Cosa speri per il tuo futuro?

    Per prima cosa voglio uscire dal paese per trovare tranquillità, per non provare più paura, per mangiare bene, per vivere serena.

    Hai sofferto la fame?

    Non sono arrivata alla fame pazzesca, ma ho dovuto ridurre i pasti, accontentarmi di quello che c’è.

    Ora si aspetta la risposta del Venezuela alle ultime intimidazioni dell’OSA, l’Organizzazione degli Stati Americani, che nelle ultime ore, tramite il Segretario Generale Luis Almagro, ha dichiarato l’impossibilità di escludere un intervento militare contro il Governo Maduro, responsabile di una grave crisi economica, umanitaria e migratoria e colpevole di aver violato i diritti umani.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version