Undici minori di quindici anni sono stati liberati da un accampamento nell’area di Amalia, in New Messico negli Stati Uniti, dove erano tenuti senza acqua, senza elettricità e senza cibo. Dopo l’intervento della polizia locale, i bambini sono stati affidati ai servizi sociali e due uomini, che controllavano la struttura con l’uso di armi pesanti, sono stati arrestati. “Nella mia vita non ho mai visto simili condizioni di povertà”, ha dichiarato un agente.
Secondo quanto riportato della autorità locali, l’operazione è legata a un inchiesta sul rapimento di un bambino di tre anni, di cui non si hanno più notizie. Le ricerche erano iniziate nel 2017 a Jonesboro, in Georgia, quando Siraj Wahhaj, un uomo di 39 anni, era stato accusato di avere rapito suo figlio. Di Wahhaj si erano perse le tracce.
Il 2 agosto lo sceriffo Jerry Hogrefe aveva diffuso un mandato di perquisizione riguardante “un complesso di fortuna circondato da una recinzione in pietra e da pneumatici” nel distretto di Amalia, dove si supponeva che si stesse nascondendo Wahhaj insieme a un altro uomo, Lucas Morten. L’Fbi, nonostante le informazioni fornite sulla situazione, non aveva autorizzato le operazioni di perquisizione perché “non riteneva che ci fossero elementi validi per entrare in una proprietà privata”.
“Tutto è cambiato nel momento in cui abbiamo ricevuto un messaggio anonimo che diceva: Siamo affamati e abbiamo bisogno d’acqua e di cibo”, ha continuato lo sceriffo Hogrefe, che ha raccontato di avere pianificato l’intervento perché si supponeva che le persone nell’accampamento fossero pesantemente armate.
Nel campo si trovavano anche tre donne, sospettate di essere le madri dei bambini: sono state fermate e poi rilasciate.
“Assomigliavano a rifugiati del Terzo Mondo”, ha raccontato la polizia. “Senza cibo e acqua fresca ma anche senza scarpe, vestiti solamente con pezze sporche. Per loro non c’era nessuna forma di igiene personale”.
La polizia credeva di trovare nell’accampamento il bambino scomparso, ma nessuno ha saputo dare indicazioni.
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