Netanyahu: “Hamas come l’Isis, sono dei selvaggi. Questa è una guerra per la nostra esistenza, vinceremo”
“Questa guerra ci è stata imposta da un nemico spregevole, da selvaggi che celebrano l’assassinio di donne, bambini e anziani”. Lo ha detto Benjamin Netanyahu nel suo discorso alla nazione di ieri: il primo dopo le dichiarazioni di sabato scorso, giorno dell’attacco senza precedenti dei miliziani palestinesi che finora ha portato alla morte di oltre 1000 israeliani. Da allora, la striscia di Gaza è sotto costante bersaglio dei bombardamenti israeliani, che hanno ucciso almeno 830 palestinesi.
“Siamo impegnati in un’operazione per la nostra patria, una guerra per garantire la nostra esistenza, una guerra che vinceremo”, ha detto il primo ministro israeliano, che ha chiesto ai leader dell’opposizione di prendere parte a “un governo di unità nazionale d’emergenza senza precondizioni”. “Le divisioni tra noi sono finite. Siamo tutti uniti. E quando siamo uniti, vinciamo”, ha detto Netanyahu, contestato da mesi per le politiche promosse dal suo ultimo esecutivo, che ha portato al governo per la prima volta esponenti della destra più estrema. L’attacco del 7 ottobre ha però cambiato tutto.
“Le atrocità commesse da Hamas non si vedevano dai tempi delle atrocità dell’Isis. Bambini legati e giustiziati insieme al resto delle loro famiglie, ragazze e ragazzi colpiti alla schiena, giustiziati e altre atrocità che non descriverò qui”, ha sostenuto Netanyahu. “Abbiamo sempre saputo cos’è Hamas. Adesso lo sa tutto il mondo. Hamas è l’Isis”, ha proseguito. “La sconfiggeremo proprio come il mondo illuminato ha sconfitto l’Isis”. Ovunque Hamas si nasconda, ha ribadito, “diventerà una città di rovine”.
“So che tutti vogliamo risultati qui e ora. Ci vorrà del tempo” ma quando la guerra sarà finita, ha detto Netanyahu, “tutti i nemici di Israele sapranno che è stato un terribile errore attaccare Israele”. Ciò che Israele avrà fatto loro, ha avvertito, risuonerà “per generazioni”.
Durante il suo discorso il premier ha detto di essere in “costante contatto” con Joe Biden e ha ringraziato gli Stati Uniti per il loro sostegno alla sicurezza di Israele “nelle parole e nei fatti”. Secondo il leader del Likud, l’arrivo della portaerei americana Gerald Ford rappresenta un messaggio che “i nostri nemici comuni capiranno bene”.