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    Nella Prima guerra mondiale ci fu la tregua di Natale: in Ucraina sarà possibile?

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 18 Dic. 2022 alle 17:19 Aggiornato il 12 Giu. 2023 alle 17:21

    n Ucraina la guerra non sembra destinata a fermarsi. Sia Kiev che Mosca vedono infatti la possibilità, per motivi diversi, di poter raggiungere sul campo di battaglia una situazione migliore rispetto a quella in cui si trovano adesso, ragione per cui non c’è da aspettarsi una rapida conclusione delle ostilità dopo oltre nove mesi di guerra.

    Sorte vuole che questo conflitto iniziato il 24 febbraio toccherà i dieci mesi il prossimo 24 dicembre, alla Vigilia di Natale. O almeno nel giorno in cui chi usa il calendario gregoriano celebra la Vigilia di Natale. Purtroppo, persino questa festività rischia di essere ragione di scontro tra Russia e Ucraina: se la nascita di Cristo è celebrata il 7 gennaio dalla Chiesa Ortodossa Russa (come da calendario giuliano), la Chiesa Ortodossa Ucraina si sta gradualmente spostando verso il 25 dicembre, forse anche per sottolineare una distanza da Mosca. Ma non è questo il punto.

    Perché sarebbe bello che almeno la notte di Natale, che si tratti di quella del 25 dicembre o del 7 gennaio o, perché no, di entrambe, in Ucraina si possa mettere in piedi una simbolica tregua per le festività. Utopia? C’è in realtà un importante precedente storico, e risale al 1914. Quella che sembrava destinata a essere una guerra lampo si era trasformata in una logorante guerra di trincea che i posteri avrebbero poi ricordato come Prima guerra mondiale e andava avanti da ormai cinque mesi.

    Fu in quell’occasione che soldati britannici e tedeschi, sul fronte francese, improvvisarono in piena autonomia dalla catena di comando una serie di cessate il fuoco in varie zone. In quelle singole situazioni, create dalla sola volontà dei soldati, si uscì dalle trincee e ci si incontrò nella pericolosissima “terra di nessuno” non per scambiarsi colpi di fucile ma auguri e doni improvvisati e per mettere in piedi estemporanee partite di calcio. “Today We’re all brothers, tonight We’re all friends”, come canta il gruppo metal svedese dei Sabaton in una canzone dedicata all’episodio.

    Nei successivi Natali in guerra ci furono nuove tregue, ma non ebbero lo stesso effetto né la stessa risonanza. L’aumento di intensità degli scontri, l’uso dei gas, una guerra sempre più logorante rese più difficile creare momenti simili.

    La guerra è purtroppo qualcosa di estremamente cinico, in cui anche un momento di umanità può finire per essere visto come negativamente. Ma tutte le guerre devono prima o poi finire e costruire una pace successiva, e a costruirla dovranno essere per forza le stesse persone che fino a poco prima la hanno combattuta.

    C’è da aspettarsi che la guerra in Ucraina finisca a breve? Purtroppo, ci sono tanti segni che non lasciano essere ottimisti. Ma ci sarà spazio, almeno a Natale, per gesti di umanità nel mezzo della tragedia?

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