Negoziati Brexit falliti | Flop per i negoziati sulla Brexit nel Regno Unito. Il partito conservatore dei Tory e quello progressista dei Labour non arrivano a un accordo.
La lettera di Corbyn – Ad annunciarlo è stato il leader laburista Jeremy Corbyn, in una nota diretta alla premier Theresa May nella quale scrive che dopo sei settimane di colloqui si è arrivati “fin dove si poteva”. Un nulla di fatto nella sostanza.
La risposta di Theresa May – Nella risposta a questa lettera la May attribuisce ai Labour una maggiore responsabilità per lo stallo: “Non siamo stati in grado di superare il fatto che non c’è una posizione comune nel Labour fra chi vuole attuare la Brexit e chi vuole tenere un secondo referendum che potrebbe rovesciarla”, scrive.
Le dichiarazioni precedenti – Giovedì 16 maggio Theresa May aveva annunciato le sue dimissioni al gruppo politico dei parlamentari Conservatori nel caso in cui il Parlamento avesse respinto di nuovo l’accordo su Brexit negoziato tra il suo governo e l’Unione Europea. Pochi giorni prima, aveva comunicato la sua intenzione di presentare di nuovo lo stesso accordo al Parlamento. Questa sarebbe la quarta volta.
Secondo referendum – Il partito laburista britannico non esclude la possibilità di appoggiare un secondo referendum sulla Brexit, dopo il fallimento dei negoziati con il governo Tory di Theresa May su un accordo di compromesso, ma non come rivincita rispetto al 2016, bensì solo come ultima chance per evitare un eventuale rischio di uscita senz’accordo (no deal) dall’Ue.
La reazione della sterlina – Intanto, dopo la notizia del fallimento dei negoziati sulla Brexit, si è verificato un calo immediato della sterlina. La moneta britannica ha avuto un immediato contraccolpo negativo rispetto al dollaro e all’euro, calando in particolare di uno 0,3 percento, ai minimi da gennaio, rispetto alla valuta Usa.
I sondaggi – La grande confusione in tema Brexit di conservatori e laburisti pesa sulle scarse performance dei laburisti e dei conservatori nei sondaggi che precedono le elezioni europee del prossimo 26 maggio. I numeri parlano di un boom di Farage al 35 per cento, e dei Tory che crollano invece al quinto posto.
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