Le Nazioni Unite condannano l’Eritrea per crimini contro l’umanità
Le indagini della Commissione di inchiesta Onu hanno rivelato una lunga serie di crimini commessi nel paese del Corno d'Africa dal 1991 ad oggi
Le Nazioni Unite hanno accusato l’Eritrea di aver commesso crimini contro l’umanità.
Le indagini della Commissione di inchiesta Onu hanno rivelato una lunga serie di crimini commessi nel paese del Corno d’Africa dal 1991 ad oggi, tra i quali riduzione in schiavitù, stupri, detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, esecuzioni extragiudiziali e omicidi.
Il reato di riduzione in schiavitù riguarderebbe almeno 400mila persone. Un altro grave problema del paese è la leva militare obbligatoria che può durare a vita.
Il Governo gestisce inoltre anche una politica dello “shoot-to-kill” per fermare coloro che vorrebbero fuggire dal paese. Circa 5mila persone rischiano la vita ogni mese nel tentativo di abbandonare il paese e sfuggire alla coscrizione.
Il ministro dell’Informazione eritreo, Yemane Meskel, ha criticato i risultati dell’inchiesta delle Nazioni Unite su Twitter:
COI admits it is not a judicial body.Its wild accusations do not meet fundamental standards of accuracy, objectivity, neutrality & legality
— Yemane G. Meskel (@hawelti) 8 giugno 2016
La Commissione d’inchiesta ha raccomandato alla comunità internazionale e alla Corte penale internazionale di intervenire sul caso.
“Crimini contro l’umanità sono stati commessi in modo capillare e sistematico nelle strutture di detenzione, nei campi di addestramento militare e in altre sedi in tutto il paese nel corso degli ultimi 25 anni”, ha dichiarato la Commissione delle Nazioni Unite.
“Individui specifici, compresi funzionari statali di alto livello, il partito al governo, il Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia, e comandanti militari hanno la responsabilità dei crimini contro l’umanità”, ha detto la Commissione.
I crimini vanno avanti dal 1991, anno della scissione tra Etiopia ed Eritrea, al termine di una guerra di indipendenza durata tre decenni.
Il paese gode di un grado di libertà scarsissimo, in particolare modo per quanto riguarda la libertà di stampa. Secondo la classifica di Reporters sans frontières, si colloca al 180esimo posto, ovvero l’ultimo, dopo la Corea del Nord, la Siria e la Cina.
Con un reddito pro capite annuo di 480 dollari, l’Eritrea è una delle nazioni più povere del mondo, secondo i dati diffusi dalla Banca Mondiale. Migliaia di migranti lasciano l’Eritrea e la dittatura del presidente Isaias Afewerki nel tentativo di raggiungere l’Europa.