Alexei Navalny “è stato ucciso con un pugno al cuore, una tecnica degli agenti delle forze speciali dell’ex Kgb, dopo essere stato esposto a condizioni di congelamento per diverse ore”. Lo si legge sul Times citando Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net. Intanto, la madre del dissidente, alla quale viene impedito di vedere il corpo del figlio, ha deciso di far causa a Mosca: un tribunale dell’estremo nord del Paese esaminerà la sua denuncia per “atti illegali”.
Navalny sarebbe stato obbligato a rimanere in uno spazio isolato all’aperto per oltre due ore e mezza, con temperature che potevano raggiungere i -27 gradi, ben oltre la norma massima di esposizione esterna di un’ora per i detenuti.
Secondo Osechkin, che ha citato una fonte che lavora nella colonia penale artica in cui Navalny è morto venerdì, i lividi trovati sul corpo sono compatibili con la tecnica del “pugno unico”. Prima del decesso, l’oppositore di Putin era stato costretto a trascorrere più di due ore e mezzo all’aperto, in uno spazio di isolamento, dove la temperatura poteva scendere fino a 27 gradi sotto lo zero, ha precisato Osechkin. Di norma i detenuti di questa colonia penale artica non vengono tenuti all’aperto per più di un’ora.
Il tribunale della città di Salechard ha ricevuto una denuncia da parte di Lyudmila Navalnaya, la madre di Alexei Navalny, nei confronti del Comitato investigativo della Federazione Russa per la mancata riconsegna del corpo di suo figlio, morto in un carcere di massima sicurezza venerdì scorso. Il direttore della Fondazione anti-corruzione fondata da Navalny (Fbk), Ivan Zhdanov, ha riferito che Lyudmila Navalnaya ha intentato una causa contro l’inazione del comitato investigativo nel rilasciare la salma dell’oppositore. Il comitato investigativo si rifiuta di consegnare il corpo, spiegando che sta conducendo un’indagine in relazione alla sua morte.