Alexei Navalny, il leader dell’opposizione ricoverato da venerdì alla Charitè di Berlino dopo un probabile avvelenamento, era seguito dagli agenti segreti russi. A rivelare la notizia è il quotidiano russo Moskovskij Komsomolets, che cita fonti dell’intelligence. L’oppositore anti-Putin è stato seguito durante il suo viaggio in Siberia prima dell’avvelenamento, avvenuto giovedì presumibilmente presso l’aeroporto di Tomsk.
Secondo il quotidiano moscovita, Navalny era stato seguito nel suo appartamento, spiato dagli agenti dell’Fsb mentre ordinava sushi e seguito in un negozio. “Non ci sorprende affatto”, ha dichiarato la portavoce di Navalny, Kyra Yarmish, “eravamo consapevoli del fatto di essere seguiti. Succede sempre quando Alexei si reca nelle regioni per un viaggio di lavoro”. A stupire – semmai – è che Mosca abbia deciso di “rivelarlo al pubblico in modo così casuale, come se non fosse un problema seguire i normali cittadini”. “Se avete controllato Navalny così intensamente, come mai è finito in coma?”, ha dichiarato il politico dell’opposizione Ilja Jaschiin, rivolgendosi polemico ai servizi segreti russi.
Per il momento, sulle condizioni di salute di Navalny non ci sono sostanziali novità, e l’ospedale dove è ricoverato ha fatto sapere che lo aspetta “un’approfondita e ampia serie di esami”. La polizia tedesca ha riconosciuto ieri al leader lo status di “ospite della cancelliera” per garantirgli il massimo della sicurezza per il rischio di un possibile attentato. Per ottenere il trasferimento del leader anti-Putin a Berlino, Angela Merkel ha chiesto la mediazione del presidente finlandese Sauli Niinistö – come ha confermato lui stesso – evitando che la mossa di prestare rifugio e cure a Navalny fosse vista da Mosca come un’ingerenza interna.
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