A circa 80 miglia dalla costa della Libia il 17 luglio sono stati trovati i resti di un gommone distrutto ed è stata soccorsa una donna che si è salvata dopo essere rimasta ore aggrappata a una tavola.
I soccorritori dell’ong Proactiva Open Arms, intervenuta sul posto, hanno recuperato anche i cadaveri di una donna e di un bambino (qui le foto delle operazioni di soccorso).
Oggi, 19 luglio, l’ong ha annunciato sul proprio profilo Twitter che le due navi Open Arms e Astral, che hanno soccorso la donna, sbarcheranno sabato mattina a Palma di Maiorca.
La Proactiva Open Arms ha inoltre ringraziato “ancora una volta” i numerosi sostenitori. La scelta è caduta sulla Spagna come perché i suoi porti sono ritenuti da Open Arms più sicuri per la donna.
🔴#ULTIMAHORA Nuestros barcos #OpenArms y #Astral desembarcarán en el puerto de Palma de Mallorca el próximo sábado por la mañana. Gracias, una vez más.#salvarvidasnoesdelito#backopenarms pic.twitter.com/YRvLwYArNP
— Proactiva Open Arms (@openarms_fund) 19 luglio 2018
Le accuse alla guardia costiera libica
In un video pubblicato su Twitter, Oscar Camps, fondatore dell’ong Proactiva Open Arms, accusa la guardia costiera libica e il mercantile Triades di omissione di soccorso.
Per il Viminale si tratta però di “una fake news”. “Nelle prossime ore verrà resa pubblica la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza”, spiegano fonti del ministero dell’Interno.
🔴#ULTIMAHORA Localizados una mujer y un niño cadaveres, y una mujer con vida abandonados en una embarcación destruida a 80 millas #Libia por los llamados Guardacostas libios y mercante Triades.
Denunciamos flagrante omisión de socorro. pic.twitter.com/CtU1JYnIMo— Proactiva Open Arms (@openarms_fund) 17 luglio 2018
“La Guardia Costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone fornendo assistenza medica e umanitaria ma non hanno detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno affondato la nave perché non volevano salire sulle motovedette”, è l’accusa lanciata su Twitter da Camps, che ha pubblicato la foto del relitto dell’imbarcazione con i due cadaveri che galleggiano.
La guardia costera libia anunció que había interceptado un bote con 158 personas a bordo y había proporcionado asistencia médica y humanitaria.Lo que no dijeron fue que dejaron a dos mujeres y un niño a bordo y hundieron el barco porque no querían subirse a las patrulleras libias pic.twitter.com/weEfNUXSiW
— Oscar Camps (@campsoscar) 17 luglio 2018
In un video, l’attivista catalano spiega che la nave dell’ong su cui si trova ha “recuperato i cadaveri di una donna e di un bambino” e ha salvato una seconda donna che è riuscita a sopravvivere alla deriva.
“Non abbiamo potuto fare nulla per recuperare l’altra donna e il bambino, che a quanto pare è morto poche ore prima che li trovassimo. Per quanto tempo avremo a che fare con gli assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?”.
🔴#ULTIMAHORA Denunciamos omisión de socorro en aguas internacionales y abandono de una persona con vida y los cadaveres de un niño y una mujer por los supuestos Guardacostas Libios, a los que Italia legitima y pone al frente. Cada muerte es consecuencia directa de esa política. pic.twitter.com/2IsxyDHazn
— Proactiva Open Arms (@openarms_fund) 17 luglio 2018
La donna salvata si chiama Josephine, è originaria del Camerun e rischiava di morire per ipotermia, come racconta Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale.
Al momento non ci sono dettagli su cosa sia accaduto agli altri passeggeri del gommone.
Questa mattina il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto in un tweet: “Due navi di Ong spagnole sono tornate nel Mediterraneo in attesa del loro carico di esseri umani. Risparmino tempo e denaro, i porti italiani li vedranno in cartolina”.
In una dichiarazione pubblicata sul sito della Marina libica e firmata dal portavoce, Ayoub Amro Qassem, si legge: “La Marina libica ritiene infondate le accuse mosse dall’Organizzazione non governativa spagnola, Proactiva Open Arms, che oggi aveva denunciato la Guardia costiera libica per aver ‘abbandonato in mare due donne e un bimbo’, e ritiene che le Ong siano colpevoli per le stragi in mare”.
“Le operazioni di soccorso sono state condotte con massima professionalità – si legge ancora nella nota – e nel rispetto degli standard internazionali. Non rientra nella nostra etica, né nella nostra religione, né nella nostra educazione, abbandonare vite umane in mare, noi siamo usciti appositamente per salvare quelle vite”.
“A bordo della motovedetta era presente una giornalista tedesca che ha preparato un servizio per il canale N-Tv, del gruppo Rtl”, sostiene Qassem che rivendica il merito per le guardie costiere libiche di “aver salvato negli anni passati oltre 80mila migranti”.
Infine, incolpa delle “stragi in mare” i trafficanti “che hanno come unico scopo quello di guadagnare” e le organizzazioni non governative e irresponsabili presenti nella zona.