Nato in allerta, Mosca pronta a testare il super-siluro che può provocare uno tsunami radioattivo
Il Mediterraneo, il Baltico ma anche l’Artico. Le tensioni tra Russia e paesi occidentali arrivano alle acque del Mar Bianco, dove un’informativa dell’intelligence ha puntato l’attenzione della Nato sulle attività di un sottomarino nucleare, il K-329 Belgorod. Secondo quanto riporta La Repubblica, il timore è che il mezzo, lungo 184 metri, possa testare per la prima volta il temuto siluro Poseidon, “un’arma contro la quale non esistono difese”.
Tramite il super-siluro, chiamato in codice “Status-6”, è possibile infatti lanciare un attacco nucleare che non sia tracciato dai satelliti. L’arma, presentata da Mosca nel 2018, è in grado di viaggiare sottacqua per migliaia di chilometri per poi esplodere nei pressi delle coste, travolgendo intere metropoli con un’onda radioattiva. Con un diametro di 2 metri e una lunghezza di oltre 20 metri, si tratta del “più grande siluro mai sviluppato da qualsiasi paese”, secondo l’esperto H.I. Sutton. L’arma sarebbe già stata testata nel 2015, ma finora non è mai stata lanciata dal Belgorod, che oltre ad avere un’autonomia di 120 giorni è dotato di eliche in grado di sfuggire ai sonar.
Il sottomarino era stato citato negli scorsi giorni come possibile indiziato nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico, data la capacità di lanciare droni e mini-sottomarini che operano in profondità. Tuttavia, secondo il quotidiano romano, l’intelligence occidentale è certa che il K-329 non ha mai lasciato il Mar Bianco, al largo della penisola nord-occidentale russa di Kola. Qui, per la prima volta, il sottomarino potrebbe presto testare i Poseidon.