Verso l’asteroide e oltre! La Nasa sta per dare il via alla sua prima missione di difesa planetaria chiamata Dart, Double Asteroid Redirection Test, ma che significa anche “dardo”. Per la prima volta nella storia si tenterà di deviare un asteroide. Il lancio della sonda – a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX – è previsto per domani, mercoledì 24 novembre alle 7.20 (orario italiano), e dovrà schiantarsi contro il suo obiettivo “Dimorphos” che è un piccolo satellite (quindi una piccola “luna”) di Didymos, uno degli asteroidi più vicini alla Terra (Asteroide near – Earth).
L’impatto dovrebbe avvenire quando questo si troverà a circa 11 milioni di chilometri dalla Terra, a ottobre 2022. Dart, che sarà lanciata dalle base di Vandeberg in California, quindi, impiegherà quasi un anno per raggiungere l’obiettivo.
Un impatto di un asteroide con la Terra non è imminente ma non bisogna sottovalutare un rischio di collisione. Infatti, nel 2013 a Chelyabinsk, in Russia, la frammentazione in atmosfera di un corpo di circa 15 metri di diametro ha causato danni a 7000 edifici ferendo oltre 1600 persone.
“Questo è un cambiamento molto piccolo, ma potrebbe essere tutto ciò che è necessario per deviare un asteroide in rotta di collisione con la Terra se mai dovessimo avere il bisogno di farlo, a condizione di scoprirlo abbastanza presto”, ha detto Tom Statler, scienziato del programma di missione spaziale presso la sede della Nasa, che ha definito questo lancio “storico”.
Cosa farà Dart
La navicella spaziale dovrebbe schiantarsi contro il satellite Dimorphos a una velocità di circa 6,6 km/s, disintegrandosi durante l’impatto mentre scava un cratere. In questo modo dovrebbe modificare la velocità del corpo celeste di circa l’1% così da cambiarne la traiettoria. Tanto basterà affinché il moto orbitale possa essere misurato e osservato dalla Terra con i telescopi.
Il tutto sarà guidato da una telecamera di bordo chiamata Draco e da un software di navigazione autonoma. L’Italia testimone dell’impatto con Liciacube Liciacube è il microsatellite realizzato a Torino da Argotec per l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Partirà a bordo di Dart e dopo undici mesi dovrebbe separarsene, qualche giorno prima dell’impatto, per acquisire immagini ad alta risoluzione del cratere e dei detriti generati dalla collisione.
La piattaforma, che misura 30x20x10 centimetri, utilizzerà un software basato sull’intelligenza artificiale e un’ottica potente grazie ai quali potrà riconoscere gli oggetti celesti nel campo di vista della telecamera, compiere manovre orbitali e catturare immagini e dati scientifici che serviranno a capire gli effetti dell’impatto sulla traiettoria dell’asteroide.
Il team di Liciacube comprende i ricercatori dell’Istituto nazionale di Astrofica (Inaf), del Politecnico di Milano, delle Università di Bologna e Parthenope di Napoli, dell’Ifac-Cnr di Firenze, ed è coordinato da Elisabetta Dotto dell’Inaf.