Oltre 160 persone sono morte in seguito a una frana in una miniera di giada nel nord del Myanmar. Lo riferisce il dipartimento dei Vigili del fuoco del Myanmar su Facebook. Il disastro è avvenuto giovedì 2 luglio nell’area di Hpakant, nello stato di Kachin. La frana è stata causata dalle abbondanti piogge delle ultime ore: i minatori che stavano lavorando nella cava sono stati travolti da un fiume di fango.
I media internazionali riferiscono che decine di persone sono morte nella zona negli ultimi anni: molti di loro erano appunto “raccoglitori di giada”, minatori che lavorano in condizioni notoriamente pericolose per alimentare il miliardario mercato delle pietre preziose.
Lo stato di Kachin si trova al confine con la Cina e proprio in Cina sono dirette la maggior parte delle esportazioni di giada dal Myanmar. Secondo Watchdog Global Witness, nel 2014 il giro d’affari del settore ha raggiunto una trentina di miliardi di euro, denaro che – tuttavia – quai mai finisce nelle casse dello Stato.
Le abbondanti risorse naturali del Myanmar settentrionale – tra cui giada, legname, oro e ambra – hanno contribuito a finanziare una guerra civile lunga decenni tra l’etnia Kachin e l’esercito.
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