Il “Movimento del principe Filipppo”: quella tribù nel Pacifico che venera il marito di Elisabetta
Oggi il Regno Unito piange la morte del principe Filippo, scomparso all’età di 99 anni dopo una vita trascorsa al fianco della consorte, la Regina Elisabetta. Ma i britannici non saranno gli unici a compiangere uno dei membri più longevi e amati della corona. Pochi sanno che su un’isola sperduta dell’Oceano Pacifico, quella di Tanna, nell’arcipelago delle Vanuatu, esiste un vero e proprio movimento dedicato al duca di Edimburgo.
Per loro il principe Fillppo è un essere divino. Si chiama “movimento del Principe Filippo”, ed è formato dai membri della tribù Yaohnanen. Sono circa 30mila, vivono nella parte meridionale dell’isola e venerano il “culto del cargo”. Per loro Filippo è figlio del grande dio vulcano. Secondo la leggenda di questa tribù, infatti, il dio vulcano ebbe un figlio bianco, il cui destino era quello di sposare una donna potente, che regnava in un Paese lontano, prima di tornare alla sua patria di origine.
Una descrizione che per i membri della tribù combacia perfettamente con il marito della Regina Elisabetta, che aveva visitato Tanna nel 1974. Dopo la missione, il duca di Edimburgo fu informato dal commissario britannico delle isole, che all’epoca erano dominio anglo-francese, del fatto che per la tribù Yaohnanen il principe era diventato un dio.
Il commissario gli consigliò, in segno di riconoscenza, di inviare una sua fotografia autografata, diventata poi per il movimento una reliquia importante da utilizzare nel corso di dance e rituali. I fedeli inviarono al duca di Edimburgo una mazza per l’uccisione del maiale, il nal-nal. Nei decenni il principe spedì altre foto, conservate con devozione dal leader del movimento fino ad arrivare a un secondo incontro nel 2007. Il 27 settembre di quell’anno cinque isolani di Tanna visitarono il Regno Unito e incontrarono il principe Filippo al quale, con la domanda: “La papaia è matura o no?” chiesero quando egli avrebbe fatto ritorno sull’isola, come previsto dalle profezie.
Ma Filippo rispose: “Che la papaia sia matura o meno, riferisci al capo Kawia che ora fa freddo, ma quando farà caldo invierò un messaggio” facendo capire loro che i tempi non erano ancora maturi. Chissà se gli isolani verrano a conoscenza della sua scomparsa o se continueranno ad aspettare in eterno il ritorno del principe.