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    Mosca accusa gli 007 americani: spiavano l’ambasciatore russo

    Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov punta il dito contro l'intelligence statunitense. Intanto tra Cremlino e Casa Bianca cresce la tensione sul futuro della Crimea

    Di TPI
    Pubblicato il 20 Feb. 2017 alle 14:13 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:55

    Nuovo scontro diplomatico tra Stati Uniti e Russia dopo le recenti dichiarazioni di Washington e Mosca sul futuro geopolitico dell’Ucraina. Stavolta, però, a creare tensione non è il destino della Crimea, ma le accuse rivolte dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ai servizi speciali statunitensi. 

    Secondo Lavrov, gli 007 americani avrebbero intercettato le conversazioni dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti,Serghiei Kisliak, e lo avrebbero pure ammesso apertamente. “I servizi speciali americani, hanno detto ai giornalisti in maniera assolutamente ufficiale, sebbene anonima, che normalmente intercettavano le comunicazioni del nostro ambasciatore, inclusi i suoi rapporti a Mosca, su cosa fa a Washington nell’ambito del suo incarico”, ha affermato il capo della diplomazia russa.

    Proprio Kisliak è stato il personaggio chiave nel caso che ha portato alle dimissioni di Michael Flynn da consigliere per la sicurezza nazionale, innescando la prima, grave crisi nell’amministrazione di Donald Trump. Flynn, infatti, il 13 febbraio è stato costretto a fare un passo indietro perché accusato di aver discusso delle sanzioni a Mosca, prima del suo insediamento, in alcune conversazioni con l’ambasciatore russo.

    Lavrov ha inoltre definito “grave” e “irresponsabile” la ricostruzione pubblicata sul Sunday Telegraph
    che vedrebbe Mosca dietro a un tentato colpo di stato organizzato lo
    scorso ottobre in Montenegro per rovesciare e uccidere il primo ministro
    filo-occidentale Milo Djukanovic.

    Intanto, cresce la tensione sulla questione aperta della Crimea, regione contesa tra Kiev e Mosca, annessa alla Russia dopo il controverso referendum del 2014 non riconosciuto da gran parte della comunità internazionale. Durante il suo atteso intervento alla Conferenza per la Sicurezza di Monaco, il vicepresidente statunitense Mike Pense ha detto senza mezzi termini che l’America continua a considerare la Russia responsabile della situazione in Ucraina. Nella conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, Pence ha poi smorzato i toni, precisando che sotto la direzione del presidente Trump gli Stati Uniti cercheranno “nuovi spazi di terreno comune” nel rapporto con Mosca.

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