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    È morto Johan Cruyff

    L'ex calciatore e allenatore olandese è morto a Barcellona all'età di 68 anni. Lottava da tempo contro il cancro

    Di TPI
    Pubblicato il 24 Mar. 2016 alle 13:39 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:29

    Il 24 marzo del 2016 è morto a 68 anni l’ex calciatore e allenatore olandese Johan Cruyff, in seguito a una lunga battaglia contro il cancro.

    Nato ad Amsterdam nel 1947, Cruyff è cresciuto calcisticamente nell’Ajax, la principale squadra del suo paese, trascinandola verso numerosi successi.

    Tra il 1963 e il 1974, in 239 presenze realizzò ben 190 reti, vincendo 8 campionati, 5 Coppe d’Olanda e tre Coppe dei Campioni.

    Nel 1973 Cruyff lascia l’Olanda per andare a giocare in Spagna al Barcellona. Per problemi legati alla definizione del contratto poté esordire solamente a ottobre, quando la squadra era penultima in classifica.

    Il suo talento guidò il Barcellona a una storica rimonta che portò la squadra a vincere il campionato, fatto che non avveniva da 14 anni.

    Nel 1979 lasciò anche il Barcellona, iniziando a girovagare per diverse squadre tra gli Stati Uniti (L.A. Aztecs e Washington Diplomats) e Spagna (Levante), per poi fare ritorno in Olanda nel 1981, di nuovo dal suo Ajax, e poi nel Feyenoord, con cui nel 1984 terminò la sua carriera da calciatore.

    Fu uno dei massimi esponenti del calcio totale olandese, che dominò la scena calcistica mondiale negli anni Settanta. Questo stile calcistico era basato su un costante movimento della squadra in cui ogni giocatore, se usciva dalla propria posizione, era immediatamente sostituito da un altro, in un continuo movimento nell’ambito di una disposizione tattica definita.

    Proprio in quegli anni, nel 1974, sfiorò la vittoria dei mondiali con la nazionale olandese, sconfitta in finale dai padroni di casa della Germania Ovest.

    Dopo il ritiro dal calcio giocato, Cruyff iniziò una carriera da allenatore. Dopo aver iniziato all’Ajax, nel 1988 passa al Barcellona, con cui arriva a conquistare la prima Coppa dei Campioni della storia del club, nel 1992 in finale contro la Sampdoria.

    Da allenatore, introdusse una tattica particolarmente innovativa ma oggi molto diffusa: la difesa a tre, inizialmente vista come un grosso rischio, oggi considerata una strategia estremamente comune.

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