L’ex cancelliere della Germania Ovest Helmut Schmidt è morto il 10 novembre 2015 all’età di 96 anni nel suo ufficio di Amburgo.
Membro del Partito di centro-sinistra tedesco SPD (Partito Socialdemocratico di Germania), Schmidt guidò il Paese per otto anni, dal 1974 al 1982, nel pieno della Guerra Fredda.
Secondo il sito di informazione Reuters, Schmidt avrebbe contratto un’infezione in seguito a un intervento chirurgico per la rimozione di un coagulo di sangue nel settembre del 2015.
Nato nella zona nord di Amburgo nel 1918, Schmidt fu uno dei principali promotori del processo di integrazione europea.
Partecipò alla Seconda guerra mondiale fino al suo imprigionamento da parte delle truppe britanniche. Dopo la fine del conflitto aderì all’SPD, diventando parlamentare del Bundestag dal 1953 al 1962.
Dal 1972 al 1974 fu ministro delle Finanze, nel pieno del periodo del “miracolo economico” tedesco.
Durante il suo mandato come cancelliere cercò di conciliare l’uso di toni pacifici nei confronti della Repubblica Democratica Tedesca – Germania Est – sotto il controllo dell’Unione Sovietica da un lato e con il rafforzamento del ruolo della Germania occidentale all’interno degli equilibri politico-militari del continente europeo dall’altro.
Una delle più grandi sfide che affrontò come cancelliere fu quella della Rote Armee Fraktion (RAF), organizzazione terroristica di estrema sinistra tedesca, che nel corso degli anni Settanta realizzò una serie di attentati ai danni di istituzioni politiche ed economiche del Paese.
Sposato da 68 anni con Hannelore Glaser, morta nel 2010, Schmidt aveva due figli: un maschio morto all’età di un anno e una femmina, Susanne, nata poco dopo.
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