Si era sottoposto a un intervento chirurgico per il trapianto di capelli giovedì 7 marzo, ma il giorno dopo è tornato di corsa in ospedale con il viso gonfio e una forte difficoltà a respirare. Salvarlo è stato impossibile: l’uomo, secondo quanto riportano i media, è morto a causa di una forte reazione allergica.
La drammatica storia arriva da Mumbai, India, e protagonista della vicenda è un 43enne, Shrawan Kumar Choudhary, deceduto sabato 9 marzo. La polizia ha avviato un’indagine per accertare le responsabilità dei medici dietro la morte dell’uomo.
Subito dopo l’operazione, Choudhary ha iniziato ad accusare problemi. Erano le 2.30 del mattino di venerdì 8 febbraio quando l’uomo è arrivato in ospedale. Qui, per i forti dolori al collo che lamentati dal paziente, il dottor Halwai ha prescritto antidolorifici e antibiotici. Choudhary è stato dimesso, ma dopo poco si è sentito male di nuovo. A portarlo all’Hirandani Hospital è statao un amico, ma l’uomo è deceduto dopo qualche ora.
Il dermatologo che ha seguito il trapianto di capelli della vittima, Vikas Halwai, è stato ascoltato dagli inquirenti. Secondo quanto riporta The Hindu, l’uomo è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale già in gravi condizioni. I medici hanno accertato che i sintomi erano quelli dell’anafilassi, una grave reazione allergica, che aveva coinvolto più organi.
Sul rapporto dei medici si legge che quella di Shrawan Kumar Choudhary è stata una morte accidentale. Sul quotidiano indiano Times of India si legge che il dermatologo avrebbe riferito alla polizia che l’uomo avrebbe chiesto ben 9mila innesti di capelli, in un’unica seduta. Come si legge ancora, secondo gli esperti il numero di innesti massimo consigliato è di 3mila.
Pare, inoltre, che le complicazioni dell’operazione azzardata si siano manifestate già da subito, appena terminato il lungo trapianto di capelli. Secondo un rapporto pubblicato dal National Center for Biotechnology Information degli Stati Uniti, “l’operazione per il ripristino dei capelli è una procedura estetica molto promettente e a basso rischio di complicazioni. Queste potrebbero verificarsi nel donatore per cause chirurgiche o idiopatiche”.
Sempre nella relazione si legge che “le complicazioni possono sorgere a causa della procedura chirurgica in sé, a causa della pianificazione e degli errori tecnici dei chirurghi o della fisiologia dei pazienti”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it