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    È morto Christo, l’artista della land art che creò la passerella sul lago d’Iseo

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 1 Giu. 2020 alle 07:29

    Christo Vladimirov Javacheff, noto con il solo nome Christo, si è spento il 31 maggio nella sua casa di New York all’età di 84 anni. Il decesso è avvenuto per “cause naturali”.  L’annuncio della scomparsa dell’artista bulgaro classe 1935 è stato dato dalla pagina Facebook Christo and Jeanne-Claude Official.

    “Ha vissuto una vita piena, ha realizzato ciò che sembrava impossibile”, si legge nell’annuncio che dà notizia della sua morte. “Il lavoro di Christo e Jeanne-Claude ha unito le persone facendo condividere loro esperienze in tutto il mondo, la loro opera vive nei nostri cuori e nei nostri ricordi”.

    “L’arte perde oggi un grande protagonista che ha amato l’italia e che ha stupito il mondo con opere che sapevano rendere spettacolari i paesaggi e le bellezze naturali – dice il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini – Ricordo di aver “camminato sull’acqua insieme a Christo” sul lago di Iseo. Un momento emozionante in occasione dell’inaugurazione della sua installazione The Floating Piers”.

    Christo, nato a Gabrovo, in Bulgaria, il 13 giugno 1935, è stato tra i più grandi esponenti della Land Art. Con la sua arte modificava e ridisegnava il paesaggio. In più di cinquant’anni di carriera, trascorsi per gran parte con la compagna della vita Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009, ha imballato e impacchettato il mondo. Da Porta Pinciana a Roma, nel 1974, al Reichstag di Berlino (1995), passando per il Pont Neuf di Parigi (1985). Il primo edificio imballato, nel 1968, è la Kunsthalle di Berna.

    La sua ultima opera in Italia è stato il ponte sul Lago d’Iseo, una lunghissima passerella gialla sul lago lombardo che realizzava il miracolo di camminare sull’acqua: era il 2016,The Floating Pears è stata attraversata da 1 milione e 300 mila persone in sole tre settimane. Anni prima, nel 1968, insieme a Jeanne-Claude Christo aveva impacchettato una torre medioevale a Spoleto. Poi aveva avvolto di spaghi e nastri il monumento a Leonardo da Vinci a Milano e nel 1973 era stata la volta delle mura aureliane di Roma (Wrapped Roman Wall). Ad aiutarlo allora c’era anche Guttuso. Quest’anno avrebbe dovuto impacchettare l’Arco di Trionfo a Parigi. Il progetto è stato rinviato per la pandemia e riprogrammato all’autunno 2021. Sarà la sua opera definitiva.

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