Rita Barberá, 68 anni, figura di spicco della politica spagnola, da sempre al fianco dei popolari di Mariano Rajoy, è morta in seguito a un attacco cardiaco, in un albergo di Madrid. Il lungo declino della sua carriera politica è cominciato quando su di lei si sono riversati gravi sospetti di implicazione in presunti casi di corruzione che riguardano il partito popolare.
Barberá, che ricopriva la carica di senatore, è stata per 24 anni sindaca della città di Valencia, la terza città del paese, sulla costa centroccidentale, ed era finita nell’occhio del ciclone lo scorso anno proprio in relazione alle indagini sul caso di riciclaggio di denaro che vedeva coinvolta la sede valenciana del Partito popolare, guidato dall’attuale presidente del consiglio Mariano Rajoy, quando era prima cittadina.
La donna, che fu soprannominata in un primo momento “la sindaca di Spagna”, per aver lustrato la città con grandi eventi quali la visita di Papa Benedetto XVI, la Formula 1 e la Coppa America, da tempo era oggetto di forti critiche, non solo da parte dell’opposizione, ma anche dai compagni del partito popolare, che lei stessa aveva contribuito a fondare.
Ha avuto una forte influenza nella politica spagnola e sulla presidenza di Mariano Rajoy, cui aveva dato un forte endorsement durante la sua candidatura. Ma da quando aveva deciso di abbandonare il partito, dopo 40 anni di militanza, per le presunte accuse di riciclaggio (Caso Taula), nonostante Rajoy le avesse chiesto di non farlo, la sua salute si era lentamente deteriorata.
Durante il minuto di silenzio che la presidente del Congreso, la camera dei deputati spagnola, Ana Pastor Julián, ha indetto per il lutto, l’unico gruppo politico a non avervi preso parte è stato Podemos, guidato da Pablo Iglesias. Il partito aveva da sempre lanciato dure accuse a Barberá e al partito che rappresentava.