È emergenza morbillo a New York, negli Stati Uniti. 285 sono i casi confermati in città dall’inizio dell’epidemia a ottobre e il sindaco rende obbligatorio il vaccino.
Il primo cittadino di New York Bill de Blasio ha dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica e ha imposto che le persone che vivono in quattro zone di codici postali di Williamsburg (11205, 11206, 11221 e 11237) dovranno essere vaccinate. In caso di rifiuto, è prevista una multa salata che potrebbe arrivare anche a mille dollari di sanzione.
A chi è rivolta l’ordinanza? A tutte le persone che vivono, lavorano o portano i bambini a scuola in questi quattro quartieri newyorkesi. La dichiarazione è giunta dopo che il Dipartimento della Sanità di New York ha ordinato alle scuole ebraiche ultra-ortodosse a Brooklyn di escludere gli studenti non vaccinati dalle lezioni in classe. Di qui, gli istituti della zona sono stati costretti a seguire la stessa procedura per evitare la chiusura forzata delle scuole.
“Non possiamo permettere che questa pericolosa malattia ritorni qui a New York City, dobbiamo fermarla ora”, ha dichiarato il sindaco, preoccupato che una malattia debellata da tempo possa fare ritorno negli Stati Uniti.
Il CDC (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) ha individuato 285 casi dall’inizio dell’epidemia che coinvolgono in prevalenza due quartieri di Brooklyn: Williamsburg e Borough Park, zone dove il tasso di vaccinazione tende a essere più basso.
La maggioranza dei casi di contagio riguarderebbe i minori di 18 anni, poiché non vaccinati o vaccinati parzialmente. Secondo le autorità, la diffusione del virus è dovuta in parte al movimento “No Vax”, poiché i casi infetti riguardano in prevalenza persone sprovviste di vaccino.
L’epidemia è stata scatenata da un bambino di ritorno da un viaggio in Israele, dove avrebbe contratto il virus (secondo il Dipartimento della Salute di New York).
Di conseguenza, per arginare l’epidemia, il sindaco ha stabilito che tutte le persone a contatto con quest’area infetta di New York dovranno sottoporsi a vaccino, anche i bambini oltre i sei mesi di vita.