Le forti piogge monsoniche che hanno colpito Mumbai, la capitale finanziaria dell’India, hanno ucciso almeno 14 persone e hanno inondato diverse parti della città, paralizzando le strade e bloccando il sistema ferroviario utilizzato ogni giorno da milioni di pendolari.
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Migliaia di persone sono rimaste bloccate nelle stazioni e altre sono state fatte scendere dai treni bloccati e hanno percorso a piedi la ferrovia. La pessima visibilità ha poi costretto le autorità aeroportuali a deviare e annullare alcuni voli, mentre decine di altri hanno subito ritardi di ore.
Migliaia di persone, bloccate nelle proprie auto, si sono riversate nelle strade allagate della città, dopo che Mumbai ha subito quasi 300 millimetri di pioggia in poche ore. Anche le scuole sono state chiuse.
I meteorologi prevedono che le precipitazioni continueranno ancora nelle prossime 24 ore e hanno invitato i residenti di Mumbai a restare a casa se possibile.
Coordinandosi con la polizia locale, le autorità federali indiane hanno lanciato alcune missioni di soccorso impegnando centinaia di uomini per evacuare i residenti delle aree urbane con una minore altitudine sul livello del mare. Il lavoro dei soccorritori è stato però limitato dalle piogge continue.
“Le forti piogge e le inondazioni stanno ritardando le operazioni di salvataggio, anche noi siamo rimasti bloccati “, ha detto all’agenzia di stampa Reuters Amitesh Kumar, commissario della polizia locale.
L’acqua ha inondato anche l’ospedale King Edward, situato nel centro di Mumbai, costringendo le autorità sanitarie a evacuare il reparto pediatrico. “Siamo preoccupati per le infezioni, l’acqua piovana sta circolando tra i rifiuti rischiando di causare un’emergenza sanitaria in tutta la città”, ha detto a Reuters Ashutosh Desai, un medico dell’ospedale King Edward.
La città è il centro finanziario dell’India, ma non riesce ancora a far fronte alle piogge monsoniche annuali, a causa della congestione dovuta al traffico e alla sovrappopolazione. Mumbai conta infatti oltre 12 milioni di abitanti, anche se migliaia di persone non censite abitano nelle baraccopoli della città.
Il monsone del 2005 uccise oltre 500 persone in città. La maggior parte delle morti avvennero nella baraccopoli di Shanty, che ospita più della metà della popolazione senza casa di Mumbai.
Le costruzioni sulle pianure alluvionali e le zone costiere, nonché l’inadeguatezza degli scarichi idrici pubblici e i corsi d’acqua ostruiti dai rifiuti hanno reso la città sempre più vulnerabile alle forti piogge.
“Stiamo mappando tutte le zone inondate per lanciare per poter costruire rifugi di emergenza e facilitare l’evacuazione”, ha detto a Reuters Snehal Tagade, un alto funzionario della città che sta coordinando i soccorsi.
Per evitare di congestionare ancora di più il traffico, molte aziende hanno chiesto ai propri dipendenti di uscire prima dagli uffici. Le piogge e l’alta marea minacciano infatti di sovraccaricare l’obsoleto sistema di drenaggio urbano di Mumbai e di peggiorare ancora di più la situazione.
Diverse aziende hanno inoltre organizzato servizi di ristoro e rifugi per quei dipendenti che sono rimasti bloccati in ufficio. I sacerdoti dei numerosi templi indù che costellano le strade della città indiana hanno offerto cibo e acqua a chi si trovava in strada.
Anche i social media hanno offerto aiuto ai residenti della città. Facebook ha attivato il proprio pulsante di emergenza perché le persone potessero segnalare ai propri familiari e amici se erano in salvo o meno.
Le forti piogge hanno anche causato alcuni blackout in diverse zone della città. Nelle ultime settimane le precipitazioni dovute al monsone hanno causato centinaia di morti in tutto il sub continente indiano.
Soltanto in India sono morte oltre 817 persone, in particolare negli stati settentrionali e nord orientali della federazione. Almeno altre 144 persone sono morte per le inondazioni in Bangladesh e 159 in Nepal.
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