Sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles il comico americano Jimmy Kimmel ha aperto la cerimonia della novantesima edizione degli Oscar con un monologo che parla di molestie, pregiudizi e discriminazioni di razza e di genere, un discorso duro, che però è riuscito a strappare anche molti sorrisi.
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Kimmel ha iniziato il discorso con una battuta sull’“Envelopegate”, l’imbarazzante errore sull’annuncio del miglior film dello scorso anno che ha visto l’assegnazione a La La Land, quando il vero vincitore era Moonlight «Lo voglio dire: quest’anno quando sentite chiamare il vostro nome non alzatevi subito», ha precisato il presentatore.
Poi ha proseguito facendosi più serio, affrontando la tematica attesa da tutti: lo scandalo delle molestie sessuali del produttore Harvey Weinstein. “Tutti sapevano, il mondo ci sta guardando, se riusciamo a mettere fine alle molestie sul posto del lavoro, sarà una vittoria globale!” e ha elogiato il coraggio dei sostenitori delle organizzazioni #MeToo e Time’s Up.
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Poi è tornato scherzoso ma pungente, parlando della statuetta dell’Oscar: “È un uomo molto rispettato a Hollywood, guardatelo, tiene le mani dove le si può vedere, non dice mai una parola fuori posto e soprattutto, non ha il pene”.
“Dobbiamo essere positivi – ha continuato Kimmel – Anche grazie agli splendidi film di questa sera, che verrano schiacciati al botteghino da Black Panther”, e ha affrontato il tema delle donne e delle minoranze, soprattutto quella afroamericana.
“Mi ricordo un tempo in cui i grandi studi cinematografici non credevano che una donna o una minoranza potessero essere i protagonisti di un film di supereroi. E me lo ricordo perché quel tempo era marzo dello scorso anno”.
Ma sulla presenza femminile nell’industria cinematografica il volto di Abc ha aggiunto che “solo l’11 per cento dei film è diretto da donne. C’è ancora tanto da fare”.
Kimmel non ha citato il presidente americano Donald Trump, cosa che invece fece nel monologo di apertura dello scorso anno, ma ha nominato il vicepresidente Mike Pence per le sue posizioni ostili agli omosessuali.
“Non produciamo film come ‘Call Me By Your Name’ per fare soldi – ha continuato Kimmel – li facciamo per fare arrabbiare Mike Pence” a proposito del film di Luca Guadagnino, vincitore per la miglior sceneggiatura non originale di una pellicola che racconta la storia di un amore omosessuale.
Kittel ha parlato anche di “La Forma dell’Acqua“, diretto dall’acclamato regista messicano: “Del Toro ha sottolineato il fallimento dell’uomo, dato che le donne escono con i pesci”.