Nel principato di Monaco ha preso il via la decima edizione della Monaco Energy Boat Challenge. Appuntamento allo Yacht Club de Monaco fino a sabato per scoprire nuove fonti energetiche alternative nel mondo della nautica con l’apporto di università e realtà industriali.
“Monaco è sempre stata la mecca dello yachting fin dal 1904, quando il Principato organizzò i primi raduni di motonautica”, ha ricordato il segretario generale dello YCM Bernard d’Alessandri che poi a TPI ha aggiunto: “Questo evento è fatto per i giovani, per il futuro. Qui ci sono oltre 30 università, 50 squadre, 25 nazioni e quasi 500 studenti internazionali. Ma non solo. Ci sono tutte le aziende principali del settore. I grandi cantieri del mondo sono qui con i loro dirigenti e staff. Si tratta di una grande occasione per fare networking”.
Durante l’evento si svolgeranno delle sfide sul mare. Una serie di gare divise in tre diverse classi: Energy, Solar e Open Sea Class. Tutto utile anche per capire quale strada seguire per la sostenibilità. Ma qual è il futuro del settore? “Noi non siamo ingegneri, non siamo capaci di trovare la soluzione tecnica più adatta – ha precisato il segretario generale Bernard d’Alessandri -, ma vogliamo mettere lo Yacht Club de Monaco a disposizione per capire come possiamo fare per andare avanti con la sostenibilità. Non so quale sarà il futuro del settore ma siamo qui per presentare diverse soluzioni tecniche e mettere in contatto le persone, le aziende. Diamo a tutti la possibilità di presentare le loro soluzioni per il futuro. Il Principe Alberto II, da tempo, ha dato la linea di partecipare alla sostenibilità ambientale verso il futuro e noi la stiamo seguendo”.
Altra novità introdotta dallo Yacht Club de Monaco è il SEA Index, iniziativa che risponde a una crescente domanda da parte degli armatori che vogliono calcolare l’impatto energetico del loro yacht ed essere parte della trasformazione verso un futuro più sostenibile. Di cosa si tratta? “L’indice SEA è uno strumento su misura che confronta l’intensità energetica di uno yacht con il resto della flotta media valutata”. È disponibile online in modo che armatori, comandanti e altri professionisti dello yachting possano effettuare una valutazione.
Bernard d’Alessandri ha poi aggiunto: “Si parla tanto delle emissioni delle navi, degli yacht, dei jet privati… Ma è il 4 per cento. E lo yachting è lo 0,3 per cento del 4 per cento… E’ molto poco. Però abbiamo fatto questo SEA Index per dare la possibilità ai nostri soci di calcolare l’impatto energetico del loro yacht ed essere quindi parte della trasformazione verso un futuro più sostenibile”.
Ma veniamo ad alcune delle barche presenti alla decima edizione della Monaco Energy Boat Challenge. “Abbiamo chiamato la nostra barca ‘Beau Soleil‘, che significa ‘bel sole’ e ci sono voluti 6 mesi per la progettazione e 3 mesi per la costruzione. La barca è alimentata a energia solare e ha due motori e quattro idroali”, ha raccontato il team Southern Solar di Lafayette, Louisiana, Stati Uniti.
“Siamo molto entusiasti e felici di essere qui, dato che abbiamo l’opportunità di competere contro questi tanti team provenienti da ogni parte del mondo”, ha invece detto l’equipaggio di Sea Shakti, proveniente dall’India con la loro barca Yali sulla quale è stata montata una cella a combustibile idrogeno, una batteria al litio e anche un sistema di propulsione elettrico realizzato dal team.
“Come le volte precedenti abbiamo mantenuto la propulsione multi-ibrida con la nostra batteria più i nostri serbatoi di idrogeno e pannelli solari. Quest’anno abbiamo implementato anche la tecnologia ‘Adas’ in modo che con l’aiuto della nostra telecamera stereoscopica possiamo riconoscere gli oggetti nel mare e consentire il sistema di guida autonomo”, ha invece spiegato il team UniBoat di Bologna, reduce dalla vittoria alla scorsa edizione.
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