Martedì 16 giugno le forze di sicurezza siriane hanno bombardato la città di Douma, uccidendo almeno 36 persone e ferendone altre 60, tra cui anche molti bambini, secondo quanto riportato da alcuni attivisti.
Douma si trova nel sudovest del Paese ed è situata nella periferia della capitale, Damasco.
Durante l’attacco sarebbero stati utilizzati i cosiddetti missili elefante, chiamati in questo modo a causa del suono che producono al lancio. Si tratta di armi improvvisate, costruite unendo il motore di un razzo a una bomba.
In questo modo viene aumentata di gran lunga la potenza distruttiva dell’arma, a scapito dell’accuratezza del lancio. I ribelli siriani della roccaforte di Douma subiscono, da almeno tre anni, attacchi continui condotti dalle forze militari leali al presidente siriano Bashar al-Assad.
Mercoledì 17 giugno gli attivisti siriani hanno accusato il governo del Paese di aver utilizzato missili superficie-superficie, ovvero armi lanciate da una piattaforma terrestre o navale, destinate a colpire bersagli allo stesso livello. Nel frattempo, continuano gli scontri tra i combattenti dell’opposizione e le forze dell’ordine governative.
Qui sotto, il video girato poco dopo l’attacco di martedì 17 giugno
Il governo del Paese è stato condannato dalla comunità internazionale per l’utilizzo durante il conflitto di armi chimiche e bombe barili – barrel bomb -, ovvero bombe imballate in grandi fusti.
Inoltre, i dottori della Sams – Società medica siriana americana – mercoledì 17 giugno dovrebbero presentare al Congresso statunitense le prove dell’utilizzo di cloro da parte delle forze di sicurezza controllate da Assad ai danni di civili.
Il cloro non è una sostanza proibita di per sé, ma è vietato il suo utilizzo come arma chimica, come stabilito dalla Convenzione sulle armi chimiche del 1997, che nel 2013 è entrata in vigore anche in Siria.
Nella foto qui sotto, alcuni uomini cercano di liberare i sopravvissuti intrappolati sotto le macerie, in seguito all’attacco del 16 giugno, a Douma. Credit: Bassam Khabieh
L’inviato speciale per le Nazioni Unite in Siria, il diplomatico italiano Staffan de Mistura, è attualmente a Damasco, dove sta cercando di mediare tra le parti in conflitto per raggiungere una soluzione politica e porre fine alle violenze.
Secondo l‘Osservatorio per i diritti umani in Siria, le vittime durante la guerra civile sarebbero finora 230mila, tra cui quasi 70mila civili.
La situazione attuale in Siria, in una mappa. Credit: Al-Jazeera