I magistrati tedeschi stanno indagando sul perché una ragazza tedesca di 16 anni si trovava a Mosul durante i combattimenti per la liberazione della città dal sedicente Stato Islamico da parte delle truppe irachene. La ragazza è accusata di far parte di un gruppo di foreign fighter fedeli all’Isis.
Giovedì 13 luglio, le truppe irachene impegnate nella battaglia di Mosul hanno scovato 20 combattenti stranieri nascosti in un tunnel nella Città vecchia. Tra queste persone, i militari di Bagdad hanno scoperto la sedicenne tedesca.
Le autorità stanno ancora indagando sulla provenienza della minore che potrebbe risultare essere la stessa ragazza fuggita nel 2016 dalla città di Pulsnitz in Sassonia per unirsi all’Isis.
L’agenzia di stampa tedesca DPA ha riferito che il gruppo di stranieri fermato dall’esercito iracheno a Mosul era in possesso di armi e cinture esplosive al momento dell’arresto. Oltre alla sedicenne tedesca, il gruppo comprendeva altre cinque persone provenienti dalla Germania, tre dalla Russia, tre dalla Turchia e due dal Canada.
Secondo il sito curdo BasNews, in un primo momento la ragazza era stata ritenuta russa, un’ipotesi successivamente esclusa dalle autorità di Bagdad.
Lunedì 17 luglio, il quotidiano tedesco Bild ha collegato la detenuta tedesca in Iraq con la ragazza fuggita nel 2016 dalla Sassonia. Poco prima di raggiungere la Siria attraverso la Turchia, la sedicenne si era convertita all’Islam ed era entrata in contatto con alcuni membri dell’Isis su internet.
La ragazza era sospettata della progettazione di un attentato terroristico in Germania ma le autorità tedesche avevano sospeso le indagini dopo la sua scomparsa.
Il 18 luglio, il procuratore capo dello della Sassonia, Lorenz Haase, ha dichiarato che i funzionari stanno esaminando nuove prove e che l’inchiesta riprenderà se la ragazza arrestata in Iraq dovesse essere identificata come la sospettata sassone.
L’agenzia di intelligence tedesca BfV stima che 930 persone, di cui circa il 20 per cento donne, abbiano lasciato la Germania per unirsi al sedicente Stato Islamico e combattere in Siria e in Iraq.
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