I militanti dello Stato islamico hanno ucciso circa 200 persone appartenenti alla minoranza yazida curda nella provincia di Mosul, in Iraq.
Un ufficiale del Partito democratico del Kurdistan (Kdp), Hassan Khallo, ha riferito la notizia al sito BasNews, un’agenzia di stampa indipendente con sede a Erbil, capitale della regione del Kurdistan iracheno.
Le esecuzioni sarebbero avvenute il primo maggio sul monte Sharade, nel distretto di Mahalabiya. Insieme agli yazidi, i terroristi avrebbero ucciso anche alcuni sciiti.
“Tra le vittime c’erano anche donne, bambini e anziani “, ha detto l’ufficiale Khallo, “Lo Stato islamico li ha radunati in un posto e li ha fucilati insieme”.
Gli yazidi sono una minoranza etnica e religiosa cui appartiene un numero di persone che oscilla tra 500mila e 800mila in tutto il mondo. La maggior parte di loro vive nel nordovest dell’Iraq.
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Ad agosto dello scorso anno i miliziani dell’Isis hanno invaso la città irachena di Sinjar, abitata principalmente da yazidi, e l’area circostante.
Una stima delle Nazioni Unite risalente a ottobre 2014 indica che, a seguito della persecuzione avviata dallo Stato Islamico contro gli Yazidi, circa 5mila yazidi sono stati uccisi, mentre un numero di persone che oscilla tra 5mila e 7mila sono state catturate e vendute come schiave.
Decine di migliaia di yazidi sono stati costretti ad abbandonare le loro case, cercando di raggiungere la regione autonoma del Kurdistan.
Nel mese di aprile più di 200 yazidi che erano stati rapiti dall’Isis in Iraq sono stati rilasciati.
La scorsa settimana la deputata dell’Alleanza Curda Vian Dakhil, unica parlamentare appartenente all’etnia yazida, ha rivolto un appello all’Unione europea.
Ha chiesto alla comunità internazionale di offrire più supporto agli yazidi e di riconoscere ufficialmente il massacro della minoranza come un genocidio.