Nicolas Hulot, ministro dell’Ambiente del governo francese, ha rassegnato le sue dimissioni in polemica con l’esecutivo guidato da Edouard Philippe, e con la politica portata avanti dal presidente Emmanuel Macron sui temi di competenza del suo dicastero.
Le dimissioni sono state annunciate da Hulot durante una trasmissione radiofonica. Il ministro ha dichiarato di essersi sentito “lasciato solo” nelle sue battaglie sull’ambiente, e di non condividere la politica di un governo che vuole restare ancorato a un modello produttivo “causa di tutti i problemi climatici” che il mondo deve affrontare.
“Ho preso per la prima volta la decisione più difficile della mia vita – ha detto Hulot – Non voglio mentire a me stesso, non voglio illudermi che la mia presenza al governo significhi che siamo all’altezza della sfida e dunque ho deciso di lasciare il governo”.
Il ministro dimissionario ha dichiarato di aver avvertito che la misura era colma dopo essere andato incontro a una “sequela di delusioni”.
Nicolas Hulot è stato giornalista e conduttore di programmi televisivi. Da sempre impegnato su temi ambientali, nel 1990 ha creato la Fondation Ushuaïa, che nel 1995 ha cambiato nome in Fondation Nicolas-Hulot pour la nature et l’homme, un’associazione impegnata sui clima e ambiente.
Nel 2007 era in lizza per candidarsi alle elezioni presidenziali francesi, ma aveva ritirato la sua candidatura.
Lo scorso aprile, davanti al Congresso Usa, il presidente francese Emmanuel Macron aveva criticato la politica di Donald Trump sul clima.
“Dobbiamo lasciare ai nostri figli un un pianeta abitabile” visto che non “non c’è un Pianeta B. Che senso ha fare scelte che condanneranno i nostri figli e nipoti? Dobbiamo lavorare insieme”, aveva detto Macron in riferimento agli accordi di Parigi sul clima.
Evidentemente, però, la politica del presidente francese sull’ambiente è stata giudicata insoddisfacente e troppo timida dal titolare del suo dicastero.
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