La polizia danese ha accusato oltre mille persone di aver condiviso su Facebook materiale sessualmente esplicito di due quindicenni, senza che questi avessero dato il loro consenso.
Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come
Si tratta del più ampio caso di questo tipo mai verificatosi in Danimarca.
L’illecito consiste nella distribuzione di materiale pedopornografico, come ha dichiarato il 15 gennaio la polizia nazionale danese.
Il caso è “molto ampio e complesso”, ha detto l’ispettore della polizia Lau Thygesen. “Abbiamo preso la questione molto sul serio in quanto ha grandi conseguenze sulle persone coinvolte”.
L’indagine è partita in seguito alla richiesta, giunta da più parti, di rafforzare gli sforzi nel contrastare la così detta “porno vendetta”, oltre che di limitare la diffusione sui social network, in particolare Facebook, di materiale privato.
Lo scorso anno molte giovani donne hanno raccontato ai giornali locali di come le loro vite fossero state distrutte a seguito della pubblicazione di foto e video destinati esclusivamente ai loro partner.
Un sovrintendente di polizia del Centro nazionale per la criminalità in Danimarca, Flemming Kjaerside, ha dichiarato: “Vogliamo dare un avvertimento ai giovani: pensate a quello che state facendo”
“Non condividere mai video di sesso. Può avere conseguenze per le vittime e anche per chi distribuisce. Speriamo davvero che sia una novità per i giovani, che dovrebbero fare attenzione nel mondo digitale a ciò che si fa”, le parole di Kjaerside.
È stato proprio Facebook a segnalare alle autorità di polizia degli Stati Uniti due video espliciti e una foto, che stavano circolando sulla chat Messenger, che riprendevano la coppia di quindicenni.
Gli agenti statunitensi a loro volta hanno informato i colleghi europei, che hanno poi condotto il caso.
Risulta che la maggior parte degli indagati ha distribuito il materiale circa due volte a testa, mentre altri lo hanno condiviso anche diverse centinaia di volte.
Il sovrintendente Kjaerside ha riferito che gli accusati hanno un’età che varia tra i 15 e i 20 anni. Di questi, circa 800 sono maschi.
Se dovessero essere dichiarati colpevoli, potrebbero essere condannati a pesanti pene detentive, venendo anche esclusi da alcune professioni come quelle attinenti all’assistenza all’infanzia.
Leggi l'articolo originale su TPI.it