In Iraq più di 13 milioni di persone hanno raggiunto Kerbala, seconda città santa per i musulmani sciiti dopo Najaf, per le celebrazioni dell’Arbain, che ricorda il martirio del nipote di Maometto, Hussein, avvenuto nel 680 d.C.
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Ali al-Sistani, Grande Ayatollah dell’Iraq, si è congratulato con le forze di sicurezza nazionali per essere riuscite a gestire l’afflusso di fedeli senza incidenti.
Decine di migliaia di agenti sono stati schierati per difendere pellegrini e luoghi di culto da possibili attacchi.
L’espulsione dei jihadisti legati al sedicente Stato Islamico ha conferito un ulteriore significato alle celebrazioni dell’Arbain di quest’anno a Kerbala, città che si trova 80 chilometri a sud-ovest della capitale irachena Baghdad.
“I milioni di persone arrivate a Kerbala sono la prova della nostra vittoria sui jihadisti”: queste le parole di un pellegrino, Mahmud Mohammed, pronunciate ai reporter di Afp e riportate dal sito di news indiano Firstpost.
Dal 2014 i miliziani di Daesh sono riusciti a conquistare numerosi territori in Iraq, uccidendo molti fedeli sciiti in violenti attacchi. Nel corso di quest’anno, però, l’Isis ha cominciato a subire pesanti sconfitte nella regione; su tutte la perdita del bastione nord iracheno di Mosul lo scorso luglio.