Mike Pompeo interviene sul tema dei dazi e della politica estera
Il Segretario di Stato degli Stati Uniti Mike Pompeo interviene sul tema dei dazi e accoglie con favore la decisione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto): “Parleremo con l’Unione europea e faremo del nostro meglio per andare incontro alle esigenze di ciascun paese. Ma ci troviamo sicuramente davanti ad una situazione d’ingiustizia. Sono sicuro che arriveremo a una soluzione che consenta a ogni azienda americana di essere trattata correttamente”, afferma durante l’intervista con il direttore della Stampa Maurizio Molinari del 2 ottobre.
Si dovrà attendere ancora qualche settimana (fino a quattro) di ulteriori passaggi burocratici prima che la Wto adotti la decisione, e poi gli Stati Uniti potranno iniziare ad applicare i dazi. 7,5 miliardi: questo l’ammontare dei dazi applicabili dagli Stati Uniti per compensare i danni che l’azienda americana Boeing avrebbe subito a causa dei sussidi concessi da Bruxelles al consorzio europeo Airbus. L’Ue potrebbe rispondere con una contromisura scatenando a suo volta dazi per un ammontare di 12 miliardi di dollari.
In un’intervista a Sky TG24 andata in onda questa mattina Pompeo è tornato sul tema affermando che anche i prodotti italiani potrebbero essere penalizzati: “Francamente ci aspettavamo questa risposta, forse alcune delle merci descritte (vini e formaggi) potrebbero essere nella lista dei dazi”.
Durante l’intervista alla Stampa il Segretario di Stato ha poi affrontato anche altre tematiche: dalla Libia alla Cina, alla questione del Russiagate italiano.
Gli Stati Uniti sono grati per l’accoglienza che l’Italia offre alle truppe americane attraverso le molte basi diffuse su tutto il territorio nazionale: “Con Mattarella abbiamo parlato delle vostre forze armate che fanno un magnifico lavoro nell’ospitare le nostre truppe”, ha dichiarato.
Mostra apertura alla possibilità di rapporti sia politici che commerciali con Paesi come la Russia e la Cina, ma mantiene alcune riserve: “Non credo che il 5G metta a rischio l’alleanza atlantica. Sulla tecnologia cinese la vediamo così: ogni singola informazione che attraversa le loro reti è a rischio perché controllata dal partito comunista cinese e questo crea delle situazioni di rischio uniche. Assistiamo a forme di stretta cooperazione fra le aziende cinesi e il governo. Chiediamo a ogni nazione di prendere la propria decisione sovrana, Italia inclusa, ma tenendo gli occhi aperti sui rischi di sicurezza”.
Poi paragona il caso della Cina a quello della Russia ai tempi della Guerra Fredda. “La questione mi ricorda i tempi della Guerra Fredda, nessuno di noi avrebbe voluto i nostri dati passare nel sistema sovietico”, ribadisce.
Con la Russia Pompeo afferma che c’è dialogo ma che gli Stati Uniti non hanno intenzione di tenere una linea morbida sulle violazioni della legge internazionale: “Tentiamo di aprirci alla Russia, di dialogare con loro e speriamo che facciano le cose giuste. Ma siamo stati chiari che quando la Russia viola la legge internazionale dovrà risponderne”, dichiara.
Poi conferma di essere a conoscenza di influenze russe nella politica italiana e allude in maniera generica al fatto che le interferenze esterne nel nostro Paese sono più di una: “Non limiterei l’influenza alla Russia. Ci sono più paesi che tentano di interferire nelle vicende interne di altri Paesi”.
Sull’Iran invece i toni sono estremamente duri, Pompeo si augura che l’Italia metta fine ai voli della compagnia aerea dei pasdaran Mahan Airlines che da Teheran raggiungono Roma e Milano. In caso contrario non nega la possibilità di sanzioni: “Speriamo che l’Italia metta fine a questi voli, non anticipiamo decisioni sulle nostre sanzioni ma abbiamo detto molto chiaramente che Mahan Airlines è implicata in azioni a sostegno dei Guardiani della rivoluzione iraniana. Non credo ci sia un solo leader Italiano che vuole sostenere la violenza e il terrore che l’Iran esporta nel mondo”.
Per quanto riguarda la Libia, invece, si augura al più presto una soluzione del conflitto per evitare che aumenti il problema del terrorismo: “Abbiamo discusso a lungo del problema del terrorismo in Libia e quale dev’essere l’approccio corretto affinché tutti i Paesi coinvolti in questa crisi possano contribuire a diminuire il livello di violenza”.
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